INTERVISTA ALL’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO SUL CASO DEL VIGILE URBANO SAVESE, DENUNCIATO PER TRUFFA AGGRAVATA E DANNI ALLO STATO
Nelle settimane scorse abbiamo appreso dai giornali locali la squallida vicenda del vigile urbano di Sava truffatore dell’Inps; subito, ci siamo mossi per chiedere all’amministrazione un intervento chiarificatore e allo stesso tempo un’azione incisiva nei confronti dei dipendenti comunali che si sono macchiati di gravi reati, in un ottica di salvaguardia dell’etica e della morale, nonché dell’immagine della città.
A seguito dell’intervista del Sindaco rilasciata al nostro giornale pochi giorni fa, abbiamo constato che l’amministrazione comunale non ha ancora le carte ufficiali e che la notizia è stata appresa dai giornali locali, pertanto il Comune è in attesa di ulteriori sviluppi. Nel frattempo abbiamo contattato l’Avvocatura dello Stato, presso il distretto di Bari, per sapere, dal punto di vista legale, come le amministrazioni pubbliche possono procedere nei confronti dei dipendenti pubblici che hanno avuto comportamenti illeciti anche fuori dal rapporto di lavoro. Ci ha risposto l’avvocato distrettuale a cui abbiamo chiesto come prima domanda, cos’è esattamente, l’Avvocatura generale dello Stato, la risposta è stata immediata: “l’Avvocatura Generale dello Stato è un organo non politico, di rappresentanza e di difesa dello Stato in giudizio, cioè del Governo; esamina qualsiasi vertenza e problema da un punto di vista esclusivamente tecnico-giuridico. Collabora con tutti i poteri ed opera in piena autonomia”.
Successivamente abbiamo esposto un caso simile al Vigile urbano che ha truffato l’Inps e l’avvocato dello Stato ci ha spiegato dettagliatamente come possono agire le pubbliche amministrazioni a tutela della loro immagine.
“Le Amministrazioni hanno piena discrezionalità e possono trasferire il personale anche se solo indagato; l’ assunzione della posizione di indagato iscritto nel registro delle notizie di reato, come tale sottoposto alle indagini preliminari, non impedisce che il dipendente pubblico sia nel contempo sottoposto ad es. a procedimento disciplinare, il quale potrà essere portato a compimento anche prima di tali atti di imputazione. Tutto questo perchè? Perchè è vero si, che le accuse mosse verso il dipendente sono gravi e dovranno ovviamente essere provate, ma in tutta questa circostanza, l’interesse dell’Amministrazione è quello di fare chiarezza e perseguire i valori di legalità, trasparenza e correttezza”.
Inoltre, qualora dovesse essere rinviato a giudizio e questo dovesse concludersi con l’assoluzione avrà diritto ad essere reintegrato nella sede precedente, previo l’annullamento del trasferimento!
Inoltre l’Avvocatura ritiene che in presenza di indagini penali nei confronti di un dipendente pubblico indagato per un reato, qualunque esso sia, la pubblica amministrazione può adottare un provvedimento con il quale lo assegna ad altra sede, ma questo deve necessariamente essere preceduto dalla comunicazione di avvio del procedimento. Infatti, l’amministrazione, prima di assumere una determinazione atipica, deve consentire al dipendente di esporre le proprie argomentazioni difensive. Inoltre, per il trasferimento devono sussistere evidenti motivi di opportunità, es. l’interesse pubblico dell’amministrazione datrice di lavoro a non ricevere danno e discredito dalla permanenza sul posto di lavoro del dipendente rinviato a giudizio. Tale misura, discrezionalmente adottabile dall’amministrazione di appartenenza, deve essere effettuata sulla base di un prudente apprezzamento dell’opportunità o meno della permanenza del lavoratore nell’ufficio in relazione al discredito che la stessa amministrazione può subire per effetto della sua permanenza.
Tuttavia, dice l’Avvocato, non si può dire a priori che la scelta della P.A. di trasferirlo sia sempre legittima: la legittimità o meno della scelta al riguardo, adottata discrezionalmente può essere sindacata in sede giudiziaria, sul piano della correttezza e buona fede.In ogni caso, la P.A. deve corredare il provvedimento assunto nei confronti del pubblico dipendente di una motivazione adeguata.
Gli aspetti da esaminare sono essenzialmente due:
1) la legittimità o meno della decisione dell’Amministrazione di procedere al trasferimento, per incompatibilità ambientale (es. il mantenere in sede il dipendente potrebbe causare una grave lesione al prestigio, al decoro dell’ufficio di appartenenza). Nell’ipotesi del vigile urbano, l’immagine di fronte ai cittadini assume una rilevanza ancora maggiore;
2) il rispetto o meno delle norme procedimentali e di forma (riscontrata una situazione di oggettiva incompatibilità tra il dipendente e l’ambiente lavorativo ed altresì la realtà esterna, bisogna accertare che l’onere motivazionale è stato congruamente assolto, in quanto dalle argomentazioni esplicitate si deve desumere chiaramente l’iter logico che ha condotto la p.a. a prendere quella decisione).
Al fine di comprendere cosa può fare effettivamente l’amministrazione è opportuno spiegare il significato di discrezionalità ovvero la possibilità di scelta, o meglio quell’attività “ponderativa” di tutti gli interessi in gioco, relativi ad un determinato contesto, riconosciuta alla pubblica amministrazione, tra più comportamenti ugualmente leciti per il soddisfacimento dell’interesse pubblico individuato dalla norma giuridica, riteniamo quindi che la decisione spetta solo all’amministrazione e che l’interesse pubblico da salvaguardare sia la correttezza, la trasparenza, il decoro, l’immagine dei cittadini. A questo punto non ci resta che attendere gli sviluppi della vicenda, confidando in una risoluzione più vicina alle aspettative dei cittadini onesti!!
Luca Lionetti