A TUTTI GLI AMICI DI QUESTO GIORNALE, A TUTTI COLORO CHE COMMENTANO I NOSTRI LINK SU FACEBOOK

Sta diventando abitudine di alcuni nel dialogo, intervenire (giustamente), e dire la propria. Fin qui ci siamo, o quasi. La cosa che diventa inaccettabile è questa: non si mostra il proprio viso. Quindi si discute o si ragiona con dei veri e propri anonimi. Questo non è giusto per questo giornale, ma è anche non giusto per tutti quegli amici (e sono tanti) che mettono a monte il loro volto senza doversi vergognare di quello che dicono. A questi “amici” che si nascondono sotto un nick name o altro diciamo questo: d’ora in poi bloccheremo categoricamente il vostro contatto e quindi non avrete più modo di entrare nella bacheca di questo giornale. Mi spiace, ma questo lo avevo detto diverse volte. Questo viene fatto anche, e su tutto credo, per rispetto a chi non si nasconde dietro a sigle opportunistiche pronti a tirare stilettate, comodamente contro altri, sapendo benissimo di non essere (almeno apparentemente) individuati.  Come anche, verrà radiato immediatamente chi non usa un linguaggio pulito e senza offese verso chi interviene nel dialogo, pur avendo opinioni diverse.

Giovanni Caforio, Direttore di Viv@voce

viv@voce

5 pensieri su “A TUTTI GLI AMICI DI QUESTO GIORNALE, A TUTTI COLORO CHE COMMENTANO I NOSTRI LINK SU FACEBOOK

  1. Salve direttore, mi dispiace ma dissento fortemente, ancora una volta con questa Sua posizione, e le spiego anche i motivi.
    Nell’era digitale come piace chiamare a qualcuno bisogna decontestualizzare l’io reale dall’io digitale, questo non significa ammettere violazioni della legge (in senso lato, come gli insulti, le dicerie o i crimini informatici più spinti o peggio la pedopornografia) ma garantire che i propri dati non vengano venduti/scambiati da chi con i nostri dati ci guadagna.
    Nella società off line spesso all’anonimato viene attribuito un alone negativo. Nella società on line invece l’anonimato costituisce un profilo sostanziale del diritto al trattamento dei dati personali e in definitiva del diritto alla propria identità.
    Fermo restando che anonimo o non anonimo le regole della civile convivenza vanno rispettate, obbligare un’utente a non essere anonimo (pur essendo rispettoso delle regole e dgli altri utenti) è una palese violazione di un sacrosanto diritto che è il “diritto all’anonimato”, perchè dovrei far sapere ai signori che governano il web che mi piace leggere viv@voce piuttosto che “il giornale di sava” pittosto che altro?
    Occorrerebbe da parte sua un’approfondimento su questo tema, e ripeto ancora che io non sono per un’anonimato “selvaggio” ma per un’anonimato “flessibile”, che garantisca cioè la sicurezza pubblica e i diritti delle persone, fouri da questi campi tutti hanno il diritto ad essere anonimi. Poi scusi se metto un nome qualsiasi con una foto qualsiasi (ovviamente falsi) cambia il mio anonimato? Ravveda la sua posizione (sarebbe segno di grande intelligenza) mantenendo ovviamente il vincolo all’educazione.
    Sarebbe contento se le dicessi che le multinazionali sanno tutto di noi? Dove facciamo la spesa, cosa compriamo, come ci spostiamo, chi sono i nostri amici, e molto altro? Vuole dire che sapendo tutto questo non ho il diritto di essere anonimo? Le dico un’altra cosa in caso non ne sia a conoscenza, anche se lei cancella i post da facebook questi non vengono realmente cancellati ma rimangono solo “nascosti”, nel caso in futuro l’autorità volesse visionarli, lo sapeva questo? Provi a chiedere il DVD a facebook del suo account (è un suo diritto) le arriverà un dischetto con qualche centinaio di Mb con tutto quello che è successo fino ad ora al suo account! Triste non trova?

  2. Lei deve liberarsi dall’idea che l’Io digitale e l’Io reale siano la stessa cosa, se fosse qui a parlare con un “robot” (software realizzato appositamente per interagire con i suoi post) cambierebbe qualcosa nella percezione che fin’ora si è fatto di me? Le ho mostrato educazione e rispetto, ma sapendo di parlare con un anonimo potrebbe dire che io sono una persona maleducata e irrispettosa? Certo che no, lei deve avere la percezione di quello che sono (gli utenti in generale) grazie a come mi comporto non grazie a quello che è lo stereotipo dell’anonimato! Poi chiaramente tutti sono liberi di credere e pensare quello che vogliono, ma certamente un’approfondimento questa storia lo meriterebbe, certo che sono sicuro che la sua idea di “anonimato” cambierebbe se fosse costretto a fare il giornalista con Viv@voce in Siria pittosto che Iran o Cina dove se non scrive correttamente in favore del regime viene immediatamente “fatto fuori”! Anche li ci sono giornalisti che accettano queste condizioni (venendo meno lo scopo dell’informazione reale) e giornalisti che grazie all’anonimato continuano a far trapelare articoli,foto e video a noi che altrimenti crederemmo che tutto vada bene! Non credo che questi due tipi di giornalisti possano essere criticati (per opposte motivazioni).
    In definitiva dico che l’anonimato è sacrosonto tanto quanto il rispetto e l’educazione.
    Se ha del tempo le consiglio la lettura di un bel’articolo sull’argomento:
    http://foglianuova.files.wordpress.com/2012/02/il-potere-di-internet-c3a8-lanonimato.pdf

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