SAVA. NEL MIRINO LA SEDE DI FLI
Da Nuovo Quotidiano di Puglia del 12 luglio 2012
“Non è la prima volta che accade”, tiene a precisare il custode della sede, eppure, questa volta, la violenza con cui le bandiere, anche quella italiana, sono state sradicate dal muro, lascia un pò interdetti. Ieri mattina, quando i primi affezionati sono giunti davanti alla sede di Fli, hanno immediatamente notato quanto accaduto. Calcinacci sul marciapiedi, aste completamente piegate e due bandiere rubate, un tricolore ed una di Futuro e Libertà sono il segno intangibile di una notte, per usare un eufemismo, di baldoria. Potrebbe certamente, trattarsi di una ragazzata ma il fatto che il primo cittadino di Sava, Dario Iaia, provenga dalle fila di Fli, apre doverosamente anche altri scenari. Sporta regolare denuncia alla stazione CC di Sava, spetterà ora alle autorità competenti verificare la matrice del gesto, se di natura vandalica o se sintomo di un malessere nei confronti del sindaco.
“Prendiamo atto di quanto avvenuto la notte scorsa nella nostra sede di partito – ha commentato il Sindaco – ma siamo tranquilli perché le forze dell’ordine svolgeranno al meglio le loro indagini per chiarirne il senso ed individuare i responsabili. E’ chiaro comunque, che non si tratti di un danno economico ma, piuttosto di un gesto simbolico o forse vandalico. In ogni caso, sarà bene chiarire questo aspetto perché, ritengo che carpire anche i piccoli segnali, come potrebbero essere questi, sia utile a sentire e monitorare costantemente il polso del paese. Pensiamo sicuramente che, nella nostra Sava, non debba esserci spazio per fatti come questo che, oltre ad essere ignobili, danno l’idea dell’idiozia di chi li compie.”
Ed ancora, “nessuno tenti di giustificare fatti del genere, bollandoli come ragazzate – precisa il Sindaco – perché, in quel caso, sarebbero ancora più gravi, visto che è nostro dovere primario occuparci dell’educazione dei giovani. Bisogna far comprendere loro, se così fosse, il senso delle azioni messe in campo ed il valore di alcuni simboli, come il tricolore che mai, va gettato a terra, calpestato e deriso, per il rispetto che tutti noi dobbiamo ai martiri di guerra ed a chi è morto per lo Stato. Per tutto questo, io mi auguro di incontrare, al più presto, gli autori di questo gesto perché mi piacerebbe chiarire con loro alcuni pilastri del vivere civile”.
In passato, la sede di Fli è stata oggetto di altre “visite”. In particolare, qualche mese fa, è stata danneggiata una finestra esterna e non sono mancati furti all’interno. Qualche anno fa, il più grave quando la sede fu depredate di diversi oggetti.