INCONTRO CON TULLIO MANCINO, RESPONSABILE DEL MOVIMENTO “GIOVANI PER MANDURIA”
Tullio, quali sono state le ragioni della nascita di questo movimento che vi ha portato a uscire o a entrare nella scena cittadina manduriana?
Il movimento Giovani per Manduria è nato un paio di anni fa, è nato semplicemente dalla voglia e dalla volontà di un gruppo di persone di giovani donne e di giovani uomini che volevano fare qualcosa per il proprio paese, i quali volevano costruire un progetto politico che non avesse necessariamente una catalogazione ideologica, che non avesse dei colori predefiniti ma che avesse come scopo quello di promuovere una partecipazione maggiore soprattutto della cittadinanzaalla vita politica e amministrativa locale. Evidentemente sentivamo la necessità di farlo in maniera alternativa, in maniera differente rispetto a quella che è anche l’organizzazione e l’iter dei partiti classici che a Manduria purtroppo continuano ad essere rappresentati da una classe dirigente che ha fatto il suo tempo e che, soprattutto, ha portato Manduria ad una situazione di stallo a tutti i livelli della vita pubblica. Alla luce di tutto ciò, secondo noi, doveva assolutamente essere mandata a casa e, per mandarla a casa. Abbiamo appunto cercato di costruire questo progetto alternativo senza la necessità di voler entrare necessariamente nel partito e di farlo dall’interno, cosa che purtroppo abbiamo per un primo momento pensato di poter fare ma ci siamo resi conto che era una cosa molto più difficile di quel progetto che poi ha preso a sgambettare in modo autonomo. E’ un progetto difficile e ambizioso ma perlomeno è un progetto che ci porta a lavorare cosi come lo vogliamo fare.
Alla base vedo che c’è il bene comune, non sembra strano che questo bene comune dovrebbe avere maggior seguito da chi è propenso al bene comune stesso.
Si, certamente. Il problema però è il seguente: una serie di amministrazioni che per vent’anni si susseguono e sono per la parte della maggioranza, piuttosto che dell’opposizione, composte dagli stessi personaggi, certamente, il bene comune se non è da loro stessi perseguito, evidentemente, questo significa che non se ne ha la volontà. Noi abbiamo sentito la necessità di fare un percorso diverso e aldilà delle destre, delle sinistre e del centro e insomma dei partiti classici, fondare un progetto differente, un progetto che avesse appunto come primo obiettivo quello del raggiungimento del bene comune ma che avesse come primo obbiettivo anche quello di spazzare via una classe dirigente che aveva fatto il suo tempo e che appunto, aveva più volte dimostrato che evidentemente questo bene comune era messo in secondo piano rispetto ad un bene personale, rispetto agli interessi particolari che più volte purtroppo abbiamo visto essere il primo obiettivo. Manduria addirittura ha vissuto dei momenti in cui degli amministratori, dei componenti di giunte comunali, sono stati beccati con le mani nella marmellata e successivamente dopo qualche anno sono andati nuovamente a ricoprire degli incarichi di responsabilità.
Questo certamente non è soltanto un problema della politica, noi lo diciamo ogni giorno ed è proprio per questo che il nostro movimento nasce dal basso ed è proprio questo il motivo per cui il nostro movimento si propone di promuovere tra la gente una partecipazione maggiore perché i cittadini e le cittadine devono capire che il voto è un’arma fondamentale, il voto è un’arma con cui si può premiare oppure si può castigare il politico. Ecco, evidentemente quando ci si lamenta della politica, quando ci si lamenta di chi la politica rappresenta, non si può poi compiere nuovamente lo stesso errore ovvero rivotare e rieleggere dei personaggi che hanno dimostrato in maniera palese, e alla luce del sole, di voler perseguire degli interessi particolari, talmente tanto dall’essere poi inquisiti e dall’aver dovuto patteggiare addirittura una pena.
Manduria, una realtà molto grande che supera alla grande Sava, sia come feudo sia come marine. Sembra che sia così difficile amministrare questa città?
Non sembra difficile, è difficile amministrare Manduria. Manduria è certamente una realtà molto vasta e complessa, possiede innumerevoli risorse ambientali, architettoniche e culturali, abbiamo una fascia costiera di diciotto chilometri, abbiamo un parco archeologico che è una perla dal punto di vista delle risorse architettoniche, abbiamo una macchia mediterranea che tutti ci invidiano, insomma, abbiamo un territorio che potrebbe offrire tanto e che tanto potrebbe rappresentare in termini di sviluppo economico per il nostro paese e per i tanti giovani che come me, come noi, aspirano a vivere e a rimanere nel proprio paese, a costruire il proprio futuro nel proprio paese anziché pensare diandare via e costruire da qualche altra parte dove le situazioni sono differenti e le opportunità sono anche maggiori.
Purtroppo non c’è mai stata la volontà di gestire tutte queste grandi risorse che Manduria ha nel modo migliore, di gestirle nell’interesse comune.
Noi ci siamo occupati più volte del parco archeologico, che ritorno a dire è una realtà unica nel suo genere, il quale da anni ormai è abbandonato a se stesso. Il parco non è gestito nella maniera più indicata, non è promosso come dovrebbe. Il parco archeologico potrebbe portare lavoro per molti giovani qualificati del nostro paese ma anche dei paesi limitrofi. La stessa fascia costiera manca dei servizi primari, noi abbiamo promosso per esempio, con il nostro movimento, un’iniziativa di pulizia delle spiagge proprio per sensibilizzare su questo importante tema ovvero, sul tema della necessità di servizi basilari, sul tema della necessità di una pulizia delle spiagge che consideravamo un servizio base, un servizio essenziale per poter garantire ai turisti una fruizione di quelle che sono le nostre bellezze. Tutte queste cose sembrano delle cose semplici da fare, sono effettivamente cose semplici, sono delle priorità ma evidentemente non sono riconosciute come tali da chi si è avvicendato a rappresentare il nostro paese, queste, come tante altre naturalmente.
Senti Tullio, quando vediamo paesi come Sava o Manduria che non hanno ancora un servizio fognario pubblico efficiente, quando vediamo marine dove non ci sono bagni pubblici, dove non c’è acqua potabile, tutti esaltano la bellezza del territorio però quando si va sul riscontro operativo non c’è nulla di tutto ciò.
Effettivamente anche questo è un problema gravissimo che si ricollega in questo momento ad una situazione difficile che vive effettivamente Manduria in prima persona ma anche i Comuni limitrofi. Parlo naturalmente di questo depuratore con scarico a mare. Voi a Sava avete una necessità impellente, quella dell’inesistenza di un servizio fognario che comporta tanti problemi. Quando però per risolvere questi tipi di problemi si compromette una risorsa cosi importante come l’ambiente, si compromette un diritto così importante come la salute, si compromette anche un’aspirazione turistica di un territorio che in questo caso è Manduria ma come Manduria sono anche tutti i paesi limitrofi che vivono di turismo grazie alle marine di Manduria. Questo naturalmente è un fatto negativo perché bisogna risolvere i problemi senza recarne poi degli altri, in questo momento stiamo vivendo una situazione al limite dell’umano perché un depuratore con scarico a mare nel 2012 quando vediamo in tanti altri paesi inaugurati dei depuratoridi ultima generazione che scaricano in tabella quattro o che addirittura non scaricano a mare, è certamente dannosissimo. Un divieto di balneazione di circa un chilometro a distanza di qualche centinaia di metri da delle aree di interesse comunitario quali sono le Saline dei Monaci ad esempio sono assolutamente scoraggianti per un turista, il quale dovendo venire da noi a Manduria, e vedendo le folle al nostro bellissimo mare, viene a sapere appunto che proprio in quel bellissimo mare si sversano le acque di un depuratore in tabella due.
Senti Tullio, un piccolo “asterisco” i tuoi video, vedo che sono molto seguiti e particolare non di poca rilevanza ma di grande importanza è stato che un tuo video è stato preso in considerazione da repubblica, che effetto ti ha fatto questo?
Che effetto ci ha fatto intanto, perché devo dire che anche questo progetto dieci minuti per Manduria è un progetto di team. Il nostro movimento lavora sempre in maniera collegiale, tutte le decisioni, anche tutti i temi che trattiamo con dieci minuti per Manduria sono decisi insiemeagli altri, e insieme agli altri vengono sviluppati e insieme soprattutto a Nicola Petronelli, che è un po’ il regista di questo progetto, vengono realizzati.
Arrivare sul sito di un giornale nazionale quale è Repubblica.it certamente è un traguardo importante. Traguardo personale e di tutto il team appunto, il quale lavora a questo progetto. Un progetto, tra l’altro, nato quasi per gioco e per necessità, per due motivi, innanzitutto: perché volevamo individuare un mezzo che ci desse la possibilità di arrivare ai cittadini e alle cittadine in maniera diretta e soprattutto di arrivare a quella fetta di cittadinanza, quella più giovane, che in genere si disinteressa alla politica, alle problematiche amministrative, a tutto ciò che la circonda e ci siamo riusciti perché utilizzando i nuovi network e utilizzando le nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione siamo riusciti ad abbattere quel muro che in genere è tra la politica, che viene considerata una cosa vecchia e negativa, e tutta quella cittadinanza. Per questi motivi se ne disinteressa e, in secondo luogo, anche perché dovevamo individuare un mezzo che fosse gratuito e che non ci consentisse di dover spendere molti soldi per fare propaganda politica e per far passare i nostri messaggi per far arrivare agli occhi e alle orecchie della gente le nostre denunce. Grazie alle nuove tecnologie siamo riusciti a farlo, appunto è stato un progetto in ascesa, abbiamo cominciato per gioco poi il progetto è cresciuto sia in termini di livello delle diverse denunce e dei diversi temi affrontati sia dal punto di vista del seguito che questo progetto ha avuto.
Questo video in particolare è arrivato sul sito nazionale di Repubblica tratta di una tematica che sta a noi molto a cuore, quella della Regionale 8. Questa strada, che dovrebbe collegare Talsano ad Avetrana, costa alla provincia di Taranto duecentosettantasette milioni di euro. Addirittura, ci fa ancora più piacere il fatto che proprio questo video sia arrivato lì a repubblica.it perché rappresenta una di quelle situazioni negative che in questo momento vive il nostro territorio. Come quella dello scarico a mare di cui parlavo prima, e che rischia di danneggiare le nostre risorse ambientali ma anche di compromettere quelle che sono le sorti del nostro futuro.
Noi abbiamo lanciato una proposta, quella di ribaltare questo finanziamento in un momento tral’altro in cui gli enti pubblici hanno a disposizione veramente pochissimi denari per completare un’opera che è la Bradannico Salentina, la quale avrebbe dovuto collegare i nostri paesi, Manduria, Sava, Avetrana, ai principali capoluoghi di provincia come Lecce, Brindisi e Taranto. Terminare quest’opera, ferma da vent’anni, sarebbe la cosa migliore, anzi chè interessarsi della Regionale 8, la quale viene presentata come un opera per decongestionare un traffico che non esiste nel periodo estivo o che se esiste è relativo ai dieci o quindici giorni della metà di agosto. Dando l’idea che, dall’altra parte, dovrebbe portare un’ipotetica crescita economica attraverso la recettività turistica. Ci mancano i servizi base, ci mancano le spiagge pulite, ci mancano i bagni pubblici ci manca un’adeguata promozione del territorio, ci manca un adeguato controllo delle fasce costiere: come possiamo pensare a un’opera di dimensioni faraoniche e di costi cosi ingenti quando poi ci mancano i servizi basilari? Allora pensiamo a qualcosa di prioritario. La realizzazione della Bradanico Salentina lo è, spendiamo questi soldi per questo, altrimenti rischieremo di avere l’ennesima cattedrale nel deserto. Oggi è ferma da vent’anni e la sua completa realizzazione porterà sviluppo turistico, in termini di agevolazione per quelli che sono i principali problemi di collegamento tra i nostri paesi e i principali capoluoghi di provincia vicini.