CRONISTORIA DI UN DISASTRO AMBIENTALE, L’ ILVA
26 luglio – Il gip di Taranto, Partrizia Todisco, emette un ordinanza per il sequestro di 6 impianti dell’area a caldo dell’ Ilva, si parla di disastro ambientale. Arresti domiciliari per 8 alti dirigenti fra i quali il patron Emilio Riva e suo figlio Nicola, Luigi Capogrosso, direttore dello stabilimento, Marco Andelmi, capo area parchi, Angelo Cavallo, capo area agglomerato, Ivan Dimaggio, capo area cockerie, Salvatore De Felice, capo area altoforno e Salvatore D’ Alo, capo area acciaieria 1 e 2 e capo area Crf.
Estratti dall’ordinanza del Gip – “La gestione del siderurgico di Taranto è sempre stata caratterizzata da una totale noncuranza dei gravissimi danni che il suo ciclo di lavorazione e produzione provoca all’ambiente e alla salute delle persone”
– “Chi gestiva e gestisce l’Ilva ha continuato in tale attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza”
– ” Le sostanze inquinanti erano sia chiaramente cancerogene, ma anche comportanti gravissimi danni cardiovascolari e respiratori. Gli effetti degli Ipa e delle diossine sull’uomo non potevano dirsi sconosciuti”
– “Si sono riscontrati “eccessi significativi di mortalità per tutte le cause e per il complesso delle patologie tumorali, per singoli tumori e per importanti patologie non tumorali, quali le malattie del sistema circolatorio, del sistema respiratorio e dell’apparato digerente, prefigurando quindi un quadro di mortalità molto critico”
26 luglio – Blocchi stradali dalla mattina, l’ ANAS ne conferma 4 particolarmente problematici.
– L’ assemblea dei lavoratori conferma lo sciopero a oltranza, circa 12 000 operai potrebbero perdere il posto di lavoro.
– Nel pomeriggio una decina di persone occupano il Municipio della città di Taranto.
– Fissata per il 3 agosto l’udienza dinanzi al Tribunale del Riesame di Taranto per il ricorso presentato dall’ Ilva contro il sequestro dell’area a caldo.
– Per il vicepresidente nazionale di Legambiente: “Il sequestro è il risultato di anni di politiche, soprattutto industriali, davvero irresponsabili. Esprimiamo la nostra più profonda preoccupazione per la situazione che si è venuta a creare a Taranto. Agli annosi e drammatici problemi ambientali e sanitari ora si aggiunge quello occupazionale”.
– Preoccupazione anche da parte del segretario Pd, Pierluigi Bersani: “Sono molto preoccupato per la sorte dell’Iva di Taranto. I gruppi parlamentari del Partito democratico hanno già chiesto al governo di riferire alle Camere. Ma è decisivo che nel contesto delle iniziative della magistratura sia possibile mantenere l’attività produttiva e l’occupazione del più grande stabilimento siderurgico d’Europa. Non può essere che un insediamento così importante per l’industria italiana, per l’economia della Puglia e per la vita di 20mila famiglie di lavoratori alle quali va tutta la mia solidarietà, non possa essere preservato nel pieno rispetto delle compatibilità ambientali”.
– Fitto allarmato per l’economia pugliese: “Il provvedimento con cui la magistratura tarantina ha disposto il sequestro dell’Ilva, peraltro senza facoltà d’uso, lascia sconcertati e mette in ginocchio il tessuto economico e sociale della Città di Taranto, della Puglia, e del Paese”.
27 luglio – La paura di perder il posto di lavoro infiamma la città di Taranto, continuano le proteste, il corteo si muove fino ad occupare il ponte girevole.
– Gli operai davanti ai cancelli bloccano l’ entrata dell’ Ilva: “ Non possiamo pagare noi per i danni ambientali”, “ O moriamo di malattia o di fame”.
– Per il Ministro dell’ambiente, Corrado Clini, in onda su La 7, l’ Ilva può continuare a produrre acciaio e in 4 anni riuscire ad allinearsi agli standard europei.
– Bruno Ferrante, Presidente dell’ Ilva di Taranto, ha affermato che si parla anche di tutelare l’integrità degli impianti, la chiusura e lo spegnimento di alcune attività può essere irreversibile.
– La Magistratura ha affermato che il sequestro e stato obbligatorio, le conclusioni dei periti incaricati dal gip sono terrificanti.
29 luglio – Anche il Papa è vicino ai lavoratori dell’ Ilva, assicura la sua preghiera ed esorta tutti al senso di responsabilità spingendo le istituzioni sia nazionali sia regionale ad un equa soluzione che tuteli sia il diritto alla salute che quello al lavoro.
30 luglio – Arrivano i custodi nominati dal Gip per dare il via alle procedure di sequestro. I carabinieri del NOE (Nucleo Operativo Ecologico) affiggono i cartelli sugli impianti sotto sequestro, iniziano i lavori per “avviare le procedure per il blocco delle specifiche lavorazioni e per lo spegnimento” anche se queste risultano lente e complicate.
– Il Presidente Napolitano auspica una soluzione rapida per garantire la continuità della produzione.
– Una delegazione di una decina di lavoratori dell’ Ilva ha partecipato alla riunione dell’assemblea cittadina in Comune e dopo quattro ore di dibattito il Sindaco, Stefano Ippazio, si è impegna a compiere tutti gli atti necessari tra cui l’ attivazione di una cabina di regia per Taranto.
31 luglio – Quasi 12 000 lavoratori partecipano all’ assemblea retributiva organizzata da Fiom, Fim, Cisl e Uil: l’Ilva si ferma dalle 8 alle 10, si decide il da farsi per lo sciopero di giovedì.
– Il governatore, Nichi Vendola, crede che l’Ilva debba essere chiamata a fare la sua parte, si devono trovare soluzioni a cominciare dalla rimozione della causa della lesione più grave, quella del diritto alla vita.
– Scelgono il silenzio Emilio Riva e suo figlio nel giorno dell’ interrogatorio di garanzia, anche i sei manager arrestati lo scorso giovedì si avvalgono della facoltà di non rispondere mentre un gruppo di operai all’uscita del tribunale urlava “ liberi, liberi, libertà per chi lavora!”
1 agosto – Dopo una settimana di presidi e proteste torna la calma nella città di Taranto, gli operai tornano al lavoro. Ieri sera alle 22 è stato rimosso l’ultimo blocco, quello sul ponte girevole.
– Dopo il sequestro preventivo l’attività in fabbrica procede regolarmente. Il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, ha spiegato che il sequestro non è ancora stato eseguito e probabilmente nulla succederà prima che si pronunci il Riesame la cui udienza è prevista per il 3 agosto.
Anna Impedovo