TARANTO SPARTANA O TARANTO CHE STA CAPENDO CHE FIN’ORA HA DORMITO?
Giovedì 17 agosto 2012. Questa sarà per la città dei due mari una giornata storica, da segnare negli annali per le future generazioni. Di quelle generazioni che diranno, un bel giorno, perchè i nostri padri hanno permesso tutto questo? Perchè? Taranto ieri si è svegliata lentamente, molto lentamente. Quasi dotata di quella pigrizia che l’ha sempre caratterizzata, come d’altronde le altre città del sud, del nostro sud. Del profondo sud. Alle 8.00 di ieri mattina lo scenario che si presentava ai nostri occhi era questo: transennata tutta la zona della Prefettura (con i ministri della Repubblica per il vertice, ndr), alcuni artificieri aprivano i tombini della fogna e di quelli elettrici o telefonici per ispezionare. Sembrava una giornata quasi come tutte le altre. Meno di un ora tutto d’un tratto le zone interessate alla Prefettura si riempivano di Polizia di Stato, manco fosse il G8 a Taranto. Tante, ma tante forze dell’ordine a difesa e alla sicurezza dei rappresentanti del Governo Monti.
Sembrava come se si fossero sentiti minacciati di morte per il loro arrivo nel capoluogo jonico. Ma al tempo stesso un fiume di tarantini, tantissimi, riempiva tutte le zone del centro. Facce anziane, facce di mezza età, giovani, giovanissimi e tanti bambini a dimostrare che Taranto sono loro e non chi si è arrogato il diritto di decidere per loro. Questa è la Taranto che dice basta a chi l’ha avvelenata e ucciso alcune migliaia dei suoi abitanti in virtù della logica scriteriata del profitto a tutti i costi scordando, inverosimile questo, che la salute è al primo posto. Su tutto, su ogni cosa. E’ la Taranto che è uscita fuori dalla case.
E’ la Taranto che mostra la sua caparbietà ad una classe politica collusa fino al collo, corrotta dal denaro sporco di un minerale assassino che solo la Procura della Repubblica tarantina, assieme ad alcuni paladini dell’ambiente tarantino e di alcune associazioni ambientaliste, ha avuto il coraggio, civile-istituzionale-costituzionale di dire basta a questo assassinio di massa. Una Taranto che fa fatica ad entrare nell’ordine delle idee amministrative grazie a vecchi amministratori che hanno sulla coscienza di aver illuso centinaia di migliaia di elettori jonici con il sogno berlusconiano il quale ha portato, la città che fu attraversata e conquistata da Pirro e dai suoi elefanti, al dissesto economico. Città che non ha avuto dal ricambio politico quello che si aspettava e quello che si meritava!
Chi succedeva dimostrava di essere, più o meno, uguale a chi l’aveva preceduto. Partiti, sindacati, televisioni, giornali e giornalisti spudorati che, per il dio denaro, hanno lanciato nel mare della vita un sacco menzogne. Fatte ad arte, per confondere le idee a chi, invece, le idee le aveva ben chiare con tanto di carte, con tanto di filmati e con coraggio, ma con tanto coraggio ha avuto la forza di affrontare di petto un colosso che aveva messo ai suoi piedi chi aveva il compito di vigilare sulla salute di tantissime migliaia di cittadini di tutta Taranto, compresa la provincia. Mai come questa volta l’informazione libera, quella che corre da sola e che non vuole essere yes man a nessuno, ha avuto la sua importanza.
Strategica senz’altro. Man mano che escono le carte della Magistratura su questo squallido affaire Ilva registriamo un comportamento sottomissiorio anche da parte di chi, tre anni fa, minacciava di spegnere i camini degli alti forni del più grande centro siderugico dell’Europa rubando la scena da puro ambientalista … il sogno non continua. Da oggi Taranto deve disegnare la storia, la sua storia …
Giovanni Caforio