ILVA. IL MINISTRO CLINI HA PRESO UNA GROSSA CANTONATA … ANZI DUE!

ILVA. IL MINISTRO CLINI HA PRESO UNA GROSSA CANTONATA … ANZI DUE!

HA ASSERITO CHE LE PERIZIE DISPOSTE DAL GIP SONO DA CONSIDERARSI “DI PARTE” E CHE L’INDAGINE EPIDEMIOLOGICA DELLO STUDIO S.E.N.T.I.E.R.I., REDATTO DALL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’ E DAL MINISTERO DELLA SALUTE, NON AVREBBERO VALENZA SIGNIFICATIVA

Durante il “tavolo istituzionale” presso la Prefettura di Taranto, alla presenza di diversi esponenti delle associazioni ambientaliste, aveva sostenuto, “battendo i pugni sul tavolo” che le perizie del GIP sono “perizie di parte” e, dunque, “hanno poco fondamento”. Io e Alessandro Marescotti avevamo ragione a controbattere!
Quelle affermazioni sono da considerarsi molto gravi.
In riferimento a quell’incontro del 14 settembre, occorre, infatti, porre l’accento su alcune considerazioni fatte dallo stesso ministro, dalle quali è scaturita un’accesa discussione tra il prof. Marescotti, me e lo stesso dott. Clini. Quest’ultimo, durante il dibattito, ha provato a minimizzare l’importanza delle perizie epidemiologiche e chimiche disposte dal GIP, dott.ssa Patrizia Todisco, che sono, invece, a fondamento della successiva richiesta di sequestro degli impianti dell’ILVA. Il ministro ha asserito più volte, dinanzi a tutti i presenti (attoniti), che le perizie non avevano una valenza reale e significativa, in quanto costituivano una “prova di parte”.
Sconcertati io, Fabio Matacchiera (in rappresentanza della Onlus “Fondo Antidiossina Taranto”) ed Alessandro Marescotti (per “Peacelink”), abbiamo tentato di controbattere quanto asserito dal ministro, sostenendo con decisione e fermezza l’importanza e la valenza delle perizie svolte, cercando di chiarire (inutilmente!!!) che negli incidenti probatori, le prove acquisite sono frutto di un contradditorio tra le parti e vengono vagliate da un Giudice Terzo. Sono, quindi, da ritenersi prove effettive, anticipate per il successivo procedimento penale. Il ministro, invece, non ha voluto sentire ragione e ha ribadito con decisione e molta irritazione che quelle del GIP erano “perizie di parte”, alimentando una certa tensione tra noi.
Il Ministro, dunque, ha preso una grande cantonata, cercando di minimizzare la fondamentale importanza di queste perizie, senza nemmeno essersi reso conto che esse saranno ormai tra le prove regine del processo che verrà instaurato nei confronti dell’Ilva.
Faccio presente, che si tratta di perizie (sia chimiche che epidemiologiche) che costituiscono una prova, in quanto acquisite durante un “incidente probatorio” disposto da un Giudice; difatti non si tratta di consulenze richieste dalle parti (ossia da Riva quale indagato o dai Pubblici Ministeri), come ha voluto far intendere il ministro Clini. Sono, invece, due perizie disposte da un Giudice Terzo con le forme e le garanzie dell’incidente probatorio. Lo stesso giudice ha consentito a tutte le parti, compresi gli indagati, di assistere a tutte le operazioni peritali, quindi si tratta di prove piene e assunte nel rigoroso rispetto delle regole di un contradditorio.
Durante l’incidente probatorio, si è svolto anche l’esame ed il controesame dei periti (a cui tutti gli indagati, tra cui Riva, sono stati invitati a “controdedurre”) e, pertanto, il valore di tutto quanto acquisito è pari a quello di qualsiasi prova assunta davanti ad un Giudice Terzo, di fronte al quale si svolge una vera e propria fase del dibattimento che viene così anticipata per la assunzione della prova che è stata già confermata anche dal Tribunale quando, nelle settimane scorse, è stato chiamato a decidere sul riesame proposto dagli indagati.
L’altra “cantonata”, non meno grave, è stata quella di voler minimizzare l’importanza dello studio scientifico “S.E.N.T.I.E.R.I.”, redatto dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute, dal quale emerge un quadro grave della mortalità per la popolazione residente nel sito di Taranto, cosa che testimonia scientificamente la presenza di “un ambiente di vita insalubre” con un trend in crescita delle malattie oncologiche tra la popolazione, con un particolare riferimento ai bambini che costituiscono le vittime principali.

Fabio Matacchiera

viv@voce

Lascia un commento