VERDI MANDURIA. DEPURATORE: IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
I Verdi confermano le divergenze di opinione con il Comitato “No scarico a mare”
Un altro depuratore pugliese gestito da A.Q.P. è sotto accusa : si tratta di quello di Foggia, che distribuisce nei campi e nel fiume Candelaro, che sbocca nel Golfo di Manfredonia, tra i bagnanti, acque depurate ma mai transitate attraverso l’impianto di affinamento, costruito e mai entrato in funzione. Ambientalisti e movimenti civici protestano, ma…. tranquilli, un mega-finanziamento di 8 milioni di euro risolverà il problema!
Intanto, si svolgono alacremente le procedure per l’espletamento della gara che assegnerà i lavori per la realizzazione del depuratore di Manduria: la commissione sta già valutando le proposte tecniche delle 12 ditte partecipanti e, continuando con questo ritmo, entro la fine dell’anno si potrà procedere all’aggiudicazione e, di seguito, all’inizio dei lavori. La realizzazione del depuratore si sta dunque concretizzando e secondo l’originario progetto, cioè con lo scarico in mare dei reflui depurati in tabella 1/2 tramite condotta sottomarina lunga poco più di un chilometro. Offerte migliorative potranno essercene, ma cambieranno di poco la sostanza delle cose.
Intanto, il Servizio Ecologia dell’Assessorato all’Ambiente si ricorda che il parere favorevole rilasciato al progetto dall’Ufficio VIA in data 08/02/2011 prevedeva che, entro sei mesi, A.Q.P. trasmettesse “uno studio di fattibilità inerente l’uso irriguo dell’effluente” al Servizio di Tutela delle Acque e al Servizio Ecologia, cosa che avviene in data 03/03/2012. Nel procedere all’istruttoria, il suddetto Servizio Ecologia si rende conto di aver bisogno di altri dati e ,in data 18/09/2012, chiede con urgenza al Consorzio di Bonifica dell’Arneo una serie di informazioni molto dettagliate e articolate, relative, tra l’altro, alla possibilità di utilizzare la rete irrigua dello stesso, a partire dalla vasca di accumulo presente a monte delChidro, e una previsione sulle destinazioni d’uso delle acque depurate. Tutto ciò mentre la gara d’appalto procede indisturbata. Dunque l’Assessorato all’Ambiente non fa altro che attenersi alla V.I.A concessa nel febbraio dell’anno scorso.
Non sappiamo se il Consorzio sia in grado di fornire risposte adeguate, stante la crisi , anche di organico , in cui versa da molto tempo. Ma ammettiamo che possa farlo . Dal nostro punto di vistache la risposta sia positiva o negativa la conseguenza sarà la stessa : il depuratore rimane lì dov’è, lo scarico in mare rimane così com’è, la condotta di 16 chilometri recante liquami in pressione, potenziale fonte di disastro ambientale, anche.
A questo hanno condotto mesi di incontri e collaborazione con l’Assessore Amati. Per quanti studi, ipotesi alternative, suggerimenti, siano stati proposti da più parti, allo stato attuale, non è cambiato nulla. Anzi, tutto questo tempo impiegato in andirivieni da Bari a qualcosa è servito: ad addormentare l’opinione pubblica, cui si è fatto credere che la soluzione era vicina, sempre più vicina, mentre intanto la regione compiva uno dopo l’altro tutti i passi necessari alla realizzazione dell’impianto così come sin dall’inizio progettato. Se poi a questo impianto sarà “aggiunto” un ulteriore grado di depurazione e di affinamento, la cosa attiene ancora al mondo delle pure ipotesi . Lo scarico in mare intanto rimane.
Come partito dei Verdi abbiamo contribuito a creare il Comitato “No scarico a mare” con la ferma intenzione di opporci ad oltranza alla realizzazione dello stesso e, rispetto a ciò, non eravamo e non siamo disposti a recedere.
Ogni aggiustamento o compromesso parziale non è per noi accettabile, perché eravamo e siamo convinti che l’eliminazione dello scarico in mare renda inutile il progetto dell’impianto così com’è, a partire dalla sua localizzazione. In altre parole,la battaglia contro lo scarico in mare eraper noi non il fine, ma un mezzo per rimettere in discussione tutto il progetto: una sorta di cavallo di Troia per smantellare dall’interno la logica che ha portato a concentrare in un unico sito una immane quantità di liquami, che poi non potesse essere smaltita che attraverso lo scarico in mare. La strada imboccata dal Comitato è stata diversa e per questo la nostra posizione all’interno dello stesso è stata sempre più marginale: non abbiamo condiviso la scelta di collaborare conl’Assessorato regionale, impiegando risorse umane ed energie alla rincorsa di una alternativasempre fatta balenare come accettabile, ma mai accettata, fornendo nel contempo all’assessore Amati un comodo alibi: che da Manduria non si è stati in grado di formulare un’alternativa tecnicamente plausibile.La soluzione del problema era ed è, per noi, di tipo politico: Assessorato ed AQP non hanno bisogno dei nostri suggerimenti per modificare il progetto, hanno al loro interno tutte le professionalità , le competenze , l’esperienza, le collaborazioni, per farlo, basta guardare altre realtà in Puglia. Ciò che è mancato e manca è la volontà politica, come dimostra il fatto che non si è voluto mai attuare una moratoria dell’iter procedurale, come pure veniva richiesto da tante Amministrazioni comunali, della cui volontà non si è tenuto alcun conto.
Rispetto a questa coerenza di condotta da parte della Regione, l’opposizione che Manduria ha saputo offrire è stata debole, confusa, contraddittoria ed anche noi Verdi abbiamo commesso degli errori di valutazione, il più grave dei quali è stato quello di mettere in sordina il nostro dissensorispetto alle scelte compiute in seno al Comitato, nel timore di indebolire il fronte del “no”. Ora ci troviamo a combattere una guerra di retrovia, potendo contare sulle forze che un’opinione pubblica opportunamente informata e sollecitata saprà mettere in campo, sulla collaborazione con quelle amministrazioni e quei comitati che condividono le nostre posizioni, sui margini residuali di azione legale, sul coinvolgimento dei “media” e su quant’altro le circostanze renderanno possibile.
In poche parole fare saltare il progetto dell’AQP e la realizzazione del depuratore che verrebbe procrastinata di un numero imprecisabile di anni è un’ottima soluzione tutta in favore dell’ambiente, specie se si pensa a migliaia di pozzi neri che continueranno ad inquinare il sottosuolo. Forse sarebbe più concreto pensare al tipo di azioni politiche e soluzioni tecniche per evitare lo scarico in mare?
ma se tutto questo è illegale perchè va ad inquinare,a distruggere le nostre coste,su un’area ambientale protetta non capisco perchè i politici devono per forza fare questo passo dettato dalla superficialità a sicuramente dal loro egoismo di profitto.oltretutto è anche impensabile che tutti i liquami di vari paesi debbano per forza andare ad inquinare il nostro meraviglioso mare sarebbe più opportuno secondo me pensare ognuno a risolvere i problemi di casa sua senza andare a scaricare la propia me—- da noi
questo progetto è stato istituito da un folle che non ha capito niente della natura senza chiedersi suo nipote domani dove andrà a fare il bagno o divertirsi a mare: se continuiamo a permettere tutto questo faremo la stessa fine di altri siti dove già hanno distrutto tutto basta andare a vedere di cosa è lo scempio dello scarico a mare:
speriamo si arrivi al fermo di questo suicidio trovando alternative ,che,già esistono basta copiare le soluzioni buone non quelle comode.saluti a tutti da Mimmo —–NON FERMIAMOCI