COLPI D’ARMA DA FUOCO CONTRO L’AUTOVELOX
Forlì, 24 gennaio 2012 – COLPI d’arma da fuoco contro l’autovelox a Durazzanino, lungo la Ravegnana. Ad esploderli ignoti tra le 23.30 e la mezzanotte di domenica sera. Questo almeno raccontano un paio di residenti di Durazzanino, la cui abitazione si trova a pochi metri dal velox. Sull’episodio c’è poi una nota del sindaco Roberto Balzani.
«L’autovelox di Durazzanino è stato preso a fucilate e fortemente danneggiato — scrive il primo cittadino —. Si tratta di un evento assai grave, perché – come tutti sanno – la macchina era spenta da mesi e, soprattutto, perché c’è stato qualcuno che, per tentare di distruggerla, ha compiuto un buona manciata di reati penali. È chiaro che, in virtù della campagna promossa da più parti contro gli autovelox, quell’oggetto era divenuto un simbolo: non più una ‘fabbrica di multe’ (essendo stata disattivata), ma l’espressione di un controllo ritenuto intollerabile: quello sulla velocità, quello per la sicurezza».
Di più: «Le cronache quotidiane degli incidenti dovrebbero indurre un comportamento diverso. Tant’è: le campagne fondate sull’odio inducono alla violenza, come testimonia il caso tragico dell’agente di polizia municipale massacrato da un Suv a Milano. Anche quella di Durazzanino è violenza. Contro le cose di tutti, non contro le persone. Ma trattasi di violenza. Ragion per cui, suggerisco, sarebbe meglio abbassare i toni e mettersi, se possibile, dalla parte degli educatori di civismo». Come sono andate le cose? «Erano da poco passate le 23.30 di domenica — racconta un residente che chiede l’anonimato —. Ero stato al bar e un amico mi ha riaccompagnato a casa».
Una volta all’interno dell’abitazione «ho sentito sparare due colpi. Sono uscito ma non ho visto nessuno». Di auto e persone nemmeno l’ombra. Cosa ha pensato appena ha sentito i colpi d’arma da fuoco? «Non avranno mica sparato all’autovelox?. E così è stato». ieri mattina poi, «io e mia nuora siamo andati in piazza Saffi dove abbiamo raccontato l’episodio a una vigilesa che ha chiamato la centrale». Come valuta l’episodio? «Chiunque sia stato parliamo di un branco di delinquenti. È una roba dell’altro mondo. Per me nemmeno sono scesi dalla macchina. Si sono avvicinati e hanno sparato restando sull’auto».
La presenza del velox, per l’uomo, è stato comunque un toccasana. «Le macchine vanno più piano, sono costrette a rispettare il limite», che in questo tratto di strada è di 50 chilometri orari. «Pensi che le vibrazioni delle auto facevano scivolare piano piano le tegole del tetto fino a farle cadere a terra». «Sentiti gli spari abbiamo subito sospettato che il bersaglio fosse il velox — racconta un’altra residente —. Si tratta del primo episodio di questo genere. A quanto ricordi non era mai stato imbrattato con la vernice. Qualcuno gli aveva comunque tirato contro delle bottiglie».
di LUCA BERTACCINI
FONTE ilrestodelcarlino.it