GIUSTIZIA: IL 40% DELLE CAUSE CIVILI E’ TARGATO GIUDICE DI PACE

GIUSTIZIA: IL 40% DELLE CAUSE CIVILI E’ TARGATO GIUDICE DI PACE

Flussi crescenti in entrata nelle Corti d’Appello. Italiani continuano ad avere scarsa fiducia nell’amministrazione della giustizia uno dei problemi di cui soffre il sistema italiano che continua ad allontanarsi dalle migliori pratiche adottate nei paesi europei

Arrivano dall’Istat a seguito della pubblicazione dell’annuario statistico italiano i dati sullo stato della giustizia in Italia che dimostrano la sfiducia degli italiani nel sistema giudiziario. Un dato rilevante che emerge è relativo ai processi civili di primo grado che risultano essere attivati per una cifra prossima al 40 %, nel solo 2010, innanzi al giudice di pace.

Per quanto riguarda il trend, per questi procedimenti, sia sopravvenuti sia pendenti, è da rilevare una lieve flessione, rispettivamente dell’1,5 e dell’1 per cento, e un aumento dell’1,4 per cento di quelli conclusi, ma a parere di Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, la tendenza sarà verso una decrescita ancor maggiore stante l’aumento dei costi di giustizia registratosi nel corso degli anni che rende ancor più difficoltoso l’accesso ai tribunali e quindi anche ai giudici di pace.
Al contrario, per ciò che riguarda il grado di appello presso i tribunali, si scopre un aumento delle nuove cause che segnano un +3,7 %, quelle esaurite -0,4 per cento e mentre per quelle pendenti addirittura un +15 %.

Analogamente anche per i procedimenti nelle Corti d’Appello, si rilevano aumenti sia in entrata (+ 5,3 %), sia per quelli conclusi (+ 2,7 %) che quelli rimasti pendenti sino alla fine dell’anno (+ 4 %). Sorprendentemente, ma anche a conferma di quanto accade da qualche anno, si evidenzia nel 2011 una diminuzione dei protesti, che passano da 1.450.032 a 1.385.416 (-4,5 per cento), per un ammontare totale di circa 3,7 miliardi di euro (erano quattro l’anno precedente) e un importo medio unitario di circa 2.659 euro. Ma a parere dello “Sportello dei Diritti”, questo dato non vuol dire che diminuiscano le situazioni di sofferenza che invece risultano essere in aumento, ma solo che gli italiani preferiscono sempre più forme di pagamento alternative ad assegni e cambiali, quali carte di credito, pagamenti elettronici, bonifici online e così via.

Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, anche dalla fotografia che scaturisce dai numeri sulla giustizia italiana, arriva la conferma di una tra le più arretrate d’Europa a causa dell’eccessiva durata dei procedimenti giudiziari ed al mediocre trattamento subito dai cittadini costretti a pagare sempre più per accedervi e spesso a lunghe e snervanti attese in aule d’udienza pollaio.

Tutto ciò contribuisce ad alimentare la scarsa fiducia degli italiani nel sistema giustizia per la quale, la migliore cura possibile, lo diciamo da anni come “Sportello dei Diritti” è un aumento giusto delle risorse disponibili sia per infoltire il numero di giudici ed ausiliari che per l’espletamento dell’ordinaria amministrazione, ma anche l’entrata in vigore definitiva di un processo telematico adatto ad esigenze di natura europea per le quali non possiamo più tirarci indietro.

viv@voce

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