IMMIGRAZIONE ED EGUAGLIANZA NELL’ACCESSO DELLE PROFESSIONI

IMMIGRAZIONE ED EGUAGLIANZA NELL’ACCESSO DELLE PROFESSIONI

È discriminatorio il bando per il concorso per infermieri, che impone il requisito della cittadinanza comunitaria

Il giudice del lavoro di Milano obbliga le Asl a riaprire i termini per consentire la partecipazione alle selezioni dei candidati extra UE regolarmente soggiornanti. È una bella notizia quella della sentenza del tribunale di Milano in materia d’immigrazione ed uguaglianza nell’accesso alle professioni, ma invita a far riflettere anche sullo stato del livello di discriminazioni cui sono sottoposti gli stranieri non comunitari ma regolarmente soggiornanti.

Così Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” nel commentare la decisione della corte di merito del capoluogo lombardo che ha ritenuto discriminatorio il comportamento di due Asl che hanno bandito il concorso per infermieri e operatori socio-sanitari indicando come requisito la cittadinanza italiana o di un altro Stato membro dell’Unione europea.

Secondo il giudice non è più possibile reiterare il divieto di accesso per nazionalità in alcuni settori della sanità pubblica.
In tal senso, giova precisare che il Nostro Paese ha recepito la convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), rendendo così inapplicabile la legislazione interna confliggente.

E così non può non ritenersi discriminatorio nei confronti degli stranieri regolarmente soggiornanti il requisito imposto dai due enti relativamente al bando per l’accesso a posti di lavoro a tempo indeterminato.

In conseguenza di tanto, il giudice del lavoro ha ordinato alle Asl di riaprire i termini per la presentazione delle domande di ammissione alla prove selettive ed il provvedimento dev’essere pubblicato sul sito internet dell’azienda sanitaria.

viv@voce

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