ILVA, I DUBBI DI CASSON (PD) SULLA CANDIDATURA DI VICO
«Le intercettazioni che hanno coinvolto a Taranto Ludovico Vico sono impressionanti»
Va dritto al sodo il senatore Felice Casson (Pd), con un passato da magistrato, in un’intervista rilasciata ad Alessandro Ferrucci (Il Fatto Quotidiano). Chiaro il riferimento a quanto affermato dall’onorevole Vico nel corso di una conversazione con Girolamo Archinà, addetto alle pubbliche relazioni dell’Ilva, intercettata nell’ambito dell’inchiesta “Ambiente svenduto”, condotta dalla Procura ionica. “Ora, a questo punto – avrebbe detto Vico – lì alla Camera dobbiamo fargli uscire il sangue”, aggiungendo poco dopo “a Della Seta… perché lui deve capire… no, che non deve rompere le palle no…”.
In quel periodo (2010), il suo collega del Pd Della Seta si stava impegnando per rendere più stringente la normativa sul benzo(a)pirene. Una posizione evidentemente non condivisa dal tarantino Vico, che in un altro frangente rassicurava Archinà su una risoluzione proposta dall’on. Bratti (anche’egli del Pd) che chiedeva al Governo di adottare un’iniziativa tesa a rendere immediatamente vincolante il valore obiettivo del benzoapirene contenuto nel decreto legislativo n. 155 del 2010. Ad Achinà che gli domandava che esito avrebbe avuto tale risoluzione, la risposta dell’on. Vico era stata questa: “Non passerà”.
Nell’intervista rilasciata a “Il Fatto Quotidiano”, Casson lancia la sua battaglia per cacciare dalle liste del Pd i candidati “impresentabili” (anche se hanno già superato la prova delle primarie come accaduto per Vico). Ed è proprio il nome del deputato ionico ad essere citato con maggiore evidenza. «Certe situazioni delicate e particolari andranno risolte – spiega il senatore – sarebbe utile chiedere a certi soggetti di fare un passo indietro o di lato». Ma poi ammette: «Non posso nasconderlo, siamo sulle sabbie mobili». Ce ne siamo accorti anche noi.
Alessandra Congedo
FONTE
inchiostroverde.it