ANTIMAFIA: “NEL SALENTO I POLITICI CERCANO I MAFIOSI”
Lecce. Secondo il rapporto annuale della Direzione nazionale antimafia sono forti i rapporti politica-Scu. Ma a ruoli invertiti rispetto al passato
(nella foto Cataldo Motta, procuratore capo della Repubblica di Lecce e reggente dell’Antimafia salentina)
LECCE – “Non sono i mafiosi che cercano un contatto con i politici, offrendo i loro voti in cambio di qualcosa, ma sono i politici che cercano il supporto elettorale dei gruppi criminali presenti sul territorio, promettendo loro l’affidamento di lavori alle aziende che ad essi fanno notoriamente riferimento ed altri possibili affari derivanti dalla gestione amministrativa degli enti che, ove eletti, saranno da loro rappresentati”. E’ all’allarme contenuto nel rapporto annuale della Direzione nazionale antimafia (Dna) guidata fino a pochi giorni fa da Piero Grasso, attualmente candidato alle Politiche (Pd). Un documento, oltre 500 pagine, depositato in Parlamento nei giorni scorsi in cui si analizza la presenza delle mafie sull’intero territorio nazionale.
Nel Salento sarebbero sempre crescenti i rapporti tra criminalità e la politica. Ma a ruoli invertiti rispetto al passato.
Indice di ciò, sarebbero i numerosi attentati ai danni di politici nei Comuni dove è più alta la presenza mafiosa: sarebbero segnali di vendetta per promesse pre-elettorali non mantenute.
Inoltre le mafie starebbero “arruolando” sempre più insospettabili. Una sorta di ricerca di consenso per nascondere agli occhi delle persone gli affari delittuosi. Il risultato di quest’azione è la sempre crescente tolleranza dell’opinione pubblica nei confronti dell’illegalità, “una sorta di assuefatto disinteresse della gente alle manifestazioni criminali – si legge nel rapporto -, un abbassamento della soglia di tolleranza di esse e la sostanziale accettazione di comportamenti delittuosi dei quali la gente continua ad essere vittima, oggi senza più considerarsi tale, come il pagamento del pizzo, prezzo della tranquillità, o il prestito usurario, ben apprezzato piuttosto che la chiusura dei canali bancari”.
La mafia salentina, continua il rapporto della Dna, avrebbe rapporti con quella delle altre province pugliesi, con le quali avrebbe dato vita ad una sorta di “pax mafiosa“, e perfino con organizzazioni criminali internazionali.
Ad esempio con una organizzazione, con sede in Grecia, che sfrutta il Salento per gli sbarchi di immigrati clandestini. I cittadini di nazionalità afgana, pakistana, iraniana, irachena, egiziana, turca e siriana partirebbero dalle isole di Lefkada, Corfù e Igoumenitsa per raggiungere il Salento e poi l’Europa del Nord.
FONTE
iltaccoditalia.info