RC AUTO LOTTA ALLE FRODI ASSICURATIVE E PRIVACY
Arriva il decreto del Ministero dei Trasporti che regola le specifiche tecniche della “scatola nera” Gps
Sotto controllo la posizione e velocità dell’auto contro i sinistri falsi. Per l’introduzione definitiva della black box arriverà anche un decreto del Ministero dei Trasporti e un regolamento dell’Ivass. Che dice il Garante della Privacy?
La lotta alle frodi nel settore Rc auto da parte delle assicurazioni trova un prezioso alleato nella cosiddetta “scatola nera” o black box che dir si voglia, un’apparecchiatura elettronica che installata sulla propria autovettura consente il controllo pressoché costante di posizione e velocità tramite il sistema Gps in cambio di probabili sconti sui premi assicurativi ed a discapito di un bel po’ di privacy.
Arriva, infatti, sulla Gazzetta Ufficiale 30/2013,il decreto del ministero dei Trasporti che stabilisce i requisiti tecnici che tali dispositivi dovranno possedere per essere “regolamentari”.
Vi é da dire però che per il via libera definitivo dovranno essere emanati due ulteriori atti. Il primo un decreto del ministero dello Sviluppo economico di cui al comma 1-ter dell’articolo 32 del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito con modificazioni in legge 24 marzo 2012, n. 27, ed infine la pubblicazione del relativo regolamento dell’istituto di vigilanza sulle assicurazioni, Ivass, già Isvap.
Secondo quanto contenuto nel regolamento approvato dal Ministero dei Trasporti le scatole nere dovranno essere sigillate, ancorate a elementi fissi del veicolo e alimentate a batteria. Ulteriori ed imprescindibili elementi per la sua regolarità, l’apparecchiatura dovrà consentire di poter determinare nel tempo la posizione e velocità del veicolo. Bisognerà poi poter controllare a distanza che il dispositivo funziona e garantire che le informazioni raccolte non siano adulterate né si siano verificati tentativi di manomissione.
Ciò vuol dire che dovrà essere dotata di un ricevitore elettronico Gps, compatibile con la nuova costellazione Galileo, per la geo-radiolocalizzazione terrestre tramite rete di satelliti artificiali; un dispositivo di telefonia mobile Gprs per la trasmissione dati tramite rete Gsm-Umts; un banco di memoria flash e uno di memoria ram per registrare i dati fra una trasmissione e l’altra; ed infine un’antenna integrata wireless bi-direzionale per comunicare con altri dispositivi installati a bordo del veicolo. Non resta allora che aspettare.Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” se tale strumento potrà essere certamente utile per la lotta alle frodi assicurative consentendo di determinare in misura infinitesimale la posizione e la velocità dei veicoli, restano tuttora forti dubbi circa i rischi per la riservatezza personale e la privacy dei cittadini – automobilisti che decideranno di installarla, e saranno tanti in un momento di crisi come quello che viviamo, che lo faranno, per poter aderire alla riduzione delle tariffe assicurative promesse in cambio della black box a bordo. Sorprende, in tal senso, che non vi sia stato ancora un intervento del Garante della Privacy per verificare che i dati raccolti lo siano nella massima sicurezza di non divulgazione e non siano suscettibili di essere utilizzati se non per il fine richiesto.