ANTONIO INGROIA, CANDIDATO PREMIER DI RIVOLUZIONE CIVILE: “DALLA PARTE DELLA MAGISTRATURA TARANTINA CHE NON SI E’ PIEGATA LA SCHIENA DAVANTI AI POTERI FORTI”
Taranto 14 febbraio, ore 16.30. Sala convegni dell’Hotel Delfino
“Ritengo incomprensibile la decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato inammissibile il conflitto di attribuzioni sollevato dalla Procura di Taranto nei confronti del governo”. Nella sua apertura dell’incontro con i tarantini Ingroia entra immediatamente nel merito della questione-Ilva, nella sua prima tappa della sua giornata in Puglia. Ricordando che ieri (13.02.2013) la Consulta si è pronunciata sui ricorsi riguardanti il decreto “salva-Ilva” del governo Monti, quindi bocciando il conflitto “perché sulla legge c’è ancora la possibilità di sollevare una questione di legittimità costituzionale”. Ma per il magistrato siciliano la decisione è incoerente sottolineando con un “perché quando si è trattato di pronunciarsi sul conflitto di attribuzione tra la procura di Palermo e il Quirinale sul caso intercettazioni, i giudici hanno agito diversamente”. A questo punto, al leader di Rivoluzione Civile non resta che attendere le future decisioni dei giudici sul decreto Ilva che considera “palesemente incostituzionale”.
E sempre sul tema che attanaglia la comunità jonica che Ingroia punto forte il suo dito accusatorio e rimarca la forza della magistratura tarantina. “Gli uomini e le donne di Rivoluzione civile sono dalla parte della Magistratura di Taranto perché i magistrati della città jonica hanno dimostrato di avere la schiena dritta e di non piegarsi di fronte alle peggiori pressioni che venivano dal potere economico e dal potere politico”. Ingroia stacca, provvisoriamente, e lascia il microfono ad Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, il quale ricorda che Taranto e i suoi problemi sono stati “cancellati dalla campagna elettorale” ecco perchè “Rivoluzione Civile può permettersi di puntare il dito contro i responsabili politici del disastro ambientale”. Bonelli, candidato di Rivoluzione civile, ricorda che è in atto “una battaglia per la riconversione dell’economia alla diossina e per rilanciare un patto sociale fra Taranto e lavoratori, affinché si possa avviare un processo di riconversione e non si perda nessun posto di lavoro”.
Ingroia riprende la parola e dal microfono sottolinea: “Siamo dalla parte dei cittadini dimenticati di tutta Italia, a cui sono stati tolti i diritti costituzionali, che non hanno potere e rappresentanza a Taranto, Rivoluzione Civile è dalla parte delle vittime dei poteri forti rappresentati dal Gruppo Riva che in nessun’altra parte del mondo si permette di violare la legge e inquinare impunemente come fa in Italia. C’è una classe imprenditoriale che pensa agli affari propri, imprenditori come Riva e Marchionne, che sono della stessa pasta e si comportano come i padroni dell’Ottocento. E c’è una classe politica che disprezza gli interessi dei propri cittadini, come il ministro Clini che ha avuto la spudoratezza di dire che suo figlio non lo manderebbe di certo a scuola a Taranto”.
Si congeda dal pubblico, affollatisismo nella sala, con un “da Taranto deve partire la spallata alla Casta”. Gli applausi scaldano una serata gelida. Così il magistrato palermitano, e candidato premier di Rivoluzione Civile, saluta Taranto con un felice augurio.