TENTARE DI AGGREDIRE MICHELE MISSERI. ECCO A COSA PORTA L’ESASPERAZIONE, PUR DI FARSI ASCOLTARE
Incontro con Sergio Pichierri, artigiano savese, dopo il fatto di cronaca che lo ha visto protagonista sabato 20 aprile: nell’atrio del Tribunale di Taranto, con un gesto eclatante, cerca di attirare l’attenzione sulla sua drammatica vicenda
Sergio, cosa è successo ieri?
Ieri mattina ho saputo che nel nostro paese c’era la manifestazione per la legalità e mi sono recato in piazza alle 10.00. Interessato direttamente a queste questioni.
L’illegalità è un settore ampio della nostra vita e anche la tua situazione è racchiusa anche in questo …
Io credo che l’ illegalità abbraccia molti settori socio-economici della nostra vita quotidiana. In questo momento è il nostro sindaco a essere la vittima di questo attentato subito nei giorni scorsi, ma credo anche che l’ illegalità riguarda anche me, e tutte quelle persone che sono, o lo sono state, vittime delle estorsioni del racket. Persone che operavano nei diversi settori dell’economia e che, sotto la tagliola delle estorsioni, hanno visto cambiare radicalmente la loro vita e quella dei loro familiari. Con questo intendo anche la chiusura della loro attività economiche, addirittura molti taglieggiati hanno dovuto cambiare paese, se non inverosimilmente nazione.
Andiamo alla giornata di sabato 20 aprile. Quindi, stavi in Piazza San Giovanni fino alle 10.30. Poi?
Ho raggiunto Taranto, per la precisione il Tribunale di Corso Italia. Volevo assistere alla sentenza del caso Scazzi-Misseri. Allora mi sono detto: Misseri ha più seguito di tanti altri casi di estorsioni, molto simili al mio. Da qui, il tentativo di aggredire Michele Misseri giusto solo per rubare l’attenzione sul mio caso che tutt’oggi è ancora in alto mare.
Della tua drammatica situazione ne abbiamo parlato qualche mese fa. Oggi a che punto è?
Quando stavo per buttarmi dal balcone del secondo piano del Tribunale, pochi mesi fa, i funzionari del Tribunale mi fecero desistere dal gesto in quanto mi promisero che il mio caso disperato avrebbe avuto maggiroe attenzione verso la sua risoluzione. Mi fu citato l’articolo 20, il quale riguardava la sospensione di trecento giorni di qualsiasi esecuzione immobiliare.
Invece?
Avanti ieri mi è arrivata la notifica che il prossimo 20 maggio c’ è l’udienza per la rifissazione dell’asta che riguarda sempre la vendita della mia casa. Dal passato gesto, minacciando di lanciarmi nel vuoto dal secondo piano del Tribunale, dopo tutte le rassicurazioni che ebbi in quel momento non sono state rispettate. Ad oggi, passati 10 giorni, mi è stato notificato il rigetto della sospensione che in un primo momento mi avevano garantito.
Da questo clima di esasperazione è nato il fatto di cronaca che ti ha visto protagonista ieri?
La mia esasperazione è aumentata, certo ho avuto una reazione spropositata per mettere in risalto il mio caso. E il grottesco è questo: Misseri fa più audience di un caso di racket delle estorsioni.
Del tuo problema, al sindaco IAIA ne hai parlato?
No, però in questi giorni a venire chiederò un incontro al sindaco in quanto il mio caso merita una considerazione notevole. E credo anche che, essendo lui avvocato e conoscitore meglio della materia, mi possa aiutare per uscire, quanto prima, da questo pantano.
Giovanni Caforio