“FISH PEDICURE E MANICURE” ALLERTA DALLA FRANCIA
La tecnica estetica con i pesci che rosicchiano la pelle oggetto di avvertimento da parte dell’Agenzia per la sicurezza della salute francese (ANSES). In Italia ancora silenzio
È una vera e propria moda che sta esplodendo a livello mondiale dopo essere partita dalla Turchia già meta di “pellegrinaggi” estetici per avere piedi, mani e più in generale la pelle liscia come la seta. Si tratta del trattamento estetico noto come “Fish Pedicure” e manicure che consiste nel mettere a mollo in acqua a 30 °C circa, piedi ma anche mani o persino tutto il corpo, mentre una moltitudine di “pesciolini dottore” del tipo “Garra Rufa”, rosicchia la superficie della cute liberandola dalle parti morte e dalle escrescenze.
Per la verità la tecnica viene utilizzata anche per rilassarsi in quanto già il semplice contatto con i Garra Rufa produrrebbe un effetto distensivo globale, ma anche perché i loro delicati e simultanei sfioramenti favoriscono la circolazione sanguigna, liberando i pori ostruiti.
Peraltro, questi pesciolini nel rimuovere la pelle secca, rilascerebbero contemporaneamente uno speciale enzima, il “Dithranol”, che agisce rapidamente sulla rigenerazione cutanea, favorendo una rapida rinascita della pelle molto più soffice, liscia e vellutata.
Mentre tale pratica veniva ritenuta pressoché innocua anche se numerosi stati federali degli USA (14 per la precisione) l’avevano già vietata per implicazioni di natura igienica in quanto l’acqua delle vasche se non cambiata in continuazione poteva essere fonte di trasmissione di batteri e virus tra un trattamento e l’altro specie se aveva determinato sanguinazione al paziente, proprio mercoledì scorso in Francia, l’ANSES (agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e del lavoro), ha lanciato un avvertimento circa i rischi della pratica estetica in questione, che testualmente “raccomanda la stretta supervisione della pratica per evitare il rischio di infezione”.
Ciò anche perché è impossibile miscelare un disinfettante nelle vasche di acqua perché avrebbe ucciso i pesciolini.
Ed inoltre, “alcuni utenti (diabetici, immunodepressi, gli utenti con lesioni cutanee ai piedi) sono soggetti della popolazione sensibili a un maggior rischio di infezione”, ha aggiunto. Peraltro, la “fish pedicure” può anche essere attrattiva per “persone con un ispessimento della pelle, che può essere portatrice di funghi, aumentando così da un lato, il rischio di contaminazione dell’acqua e d’altra parte, una maggiore suscettibilità alle infezioni”.
L’Agenzia conclude che esiste un potenziale rischio di trasmissione di agenti patogeni, ma a causa della mancanza di dati, non è attualmente possibile quantificare questo rischio. Si raccomanda pertanto l’acquisizione dei dati per caratterizzare più accuratamente il rischio per la salute e individuare casi di infezione. L’ente francese ha, peraltro, sostenuto la necessità di un quadro normativo adeguato per la pratica del “fish pedicure”.
In Italia, invece, nessuna informazione hanno diffuso le istituzioni sanitarie circa i potenziali rischi di questa pratica che si sta diffondendo anche nel Nostro Paese pressoché senza alcun controllo, mentre sino a qualche anno fa i nostri connazionali viaggiavano sino alla Turchia per provare tale tecnica. È giunto, quindi, il momento, rileva Giovanni D’Agata, fondatore e presidente dello “Sportello dei Diritti” che le nostre autorità nazionali a tutela della salute interrompano il silenzio in materia per diffondere delle linee guida obbligatorie per tutti i centri estetici che offrono questo procedimento estetico.