SINTESI DELLA CONFERENZA STAMPA DELL’ON. PELILLO SULL’ULTIMO DECRETO ILVA
“Il decreto è l’atto finale, il governo deve curar da vicino la questione Taranto; i Riva devono restar fuori, in questi anni hanno fatto i loro interessi; il messaggio al PD: discutere dei problemi veri e lasciare da parte la demagogia, è il momento di essere uniti”
Il nuovo decreto sull’Ilva e la posizione del PD espressa alla Camera dei deputati sono stati i temi della conferenza stampa tenuta dall’on. Michele Pelillo. Il deputato tarantino è intervenuto martedì scorso alla Camera dei Deputati a nome di tutto il gruppo del PD. Presenti il segretario cittadino del PD Sergio Scarcia, il capogruppo al consiglio comunale di Taranto Gianni Azzaro, il segretario provinciale del PD jonico Massimo Serio, che ha introdotto la conferenza e ha dichiarato: “Il decreto è l’atto finale, il governo deve curar da vicino la questione Taranto; i Riva devono restar fuori, in questi anni hanno fatto i loro interessi; il messaggio al PD: discutere dei problemi veri e lasciare da parte la demagogia, è il momento di essere uniti”.
La conferenza è proseguita con un lungo e dettagliato intervento dell’on. Pelillo, che ha dichiarato: “E’ stata la settimana più intensa e più difficile da quando faccio politica; il mio intervento di martedì scorso alla Camera, unica posizione ufficiale del partito, è sul tavolo di Enrico Borghi, capogruppo del PD in commissione ambiente e uno dei due relatori per la conversione in legge del decreto. L’intervento è patrimonio del PD nazionale, un grande risultato, perché ha messo in sintonia i vari livelli istituzionali”. Il deputato PD ha tracciato un po’ la storia del dibattito interno al partito: “Le forze politiche che sono confluite nel PD non avevano una posizione univoca, possiamo dire che c’era una posizione preponderante che anteponeva il diritto al lavoro a quello alla salute e all’ambiente; oggi non è più così, il PD è vicino alle istanze dei cittadini e alla sensibilità della popolazione tarantina. Nel mio intervento ho fatto anche un’analisi impietosa del passato, cinquant’anni in cui non è stato fatto nulla per Taranto”. Le riunioni propedeutiche al dibattito alla Camera servono a far partorire “la scelta forte del decreto”.
Commenta Pelillo: “Il decreto crea un precedente fra la nostra legislazione e l’impresa privata, sottrae alla proprietà la gestione dell’azienda; il testo si avvicina molto alla posizione del PD, le altre posizioni di maggioranza espresse in aula erano più morbide nei confronti dell’impresa. Come PD abbiamo chiesto che il decreto non entrasse in collisione con il potere giudiziario e fosse compatibile con i provvedimenti dei giudici”. L’on. Michele Pelillo ha commentato poi la nomina a commissario di Enrico Bondi: “Il PD del Parlamento non ha mai fatto nomi, scegliere il commissario era compito del governo; quando ho appreso il nome del commissario, ho immaginato che potesse far sorgere qualche polemica; se non ci fosse stata la coincidenza del fatto che Bondi è stato, per un breve periodo, amministratore dell’Ilva, sarebbe stato meglio, ma non credo sia il problema più grande: oggi Bondi è pubblico ufficiale, il suo lavoro sarà osservato dal governo, deve rispettare la legge e far osservare le prescrizioni; ha inoltre un ottimo curriculum e un profilo adeguato”.
L’applicazione dell’autorizzazione integrata ambientale resta la stella polare: “Le responsabilità dei Riva saranno accertate dalla magistratura. Intanto vogliamo capire se è possibile tenere insieme ambiente, salute e lavoro, l’industria italiana e la qualità della vita dei tarantini; perciò vogliamo il pieno rispetto dell’AIA, e – solo dopo aver raggiunto questo risultato – vogliamo capire se è necessario fare anche di più; se l’AIA non sarà rispettata o non sarà sufficiente, a quel punto, sarò il primo a manifestare insieme agli ambientalisti per la chiusura dello stabilimento”. Pelillo ha chiuso la conferenza stampa mostrando una locandina di un dibattito sull’ambiente da lui organizzato, in qualità di esponente de “La Margherita”, dieci anni fa. Ha mostrato inoltre il volantino che consegnò nel 2004 nelle mani dell’allora presidente della Regione Raffaele Fitto contro l’atto d’intesa sull’Ilva, con la scritta “Accordo beffa”.
“Sulla difesa dell’ambiente non ci sono primogeniture – ha dichiarato – lo dimostrano questi due esempi, come le mie posizioni espresse in passato sul raddoppio dell’Eni e sul progetto Tempa Rossa”. Da questo l’appello alla città e alle diverse anime del dibattito sull’ambiente, dalla politica alle associazioni: “Proviamo a mettere da parte le polemiche, verifichiamo se ci sono spazi per migliorare il decreto; siamo disponibili al dialogo, ma solo con chi è animato da onestà intellettuale e buona volontà, per provare ad essere più forti, uniti, nei confronti del governo”.