SOTTO L’OMBRELLONE COSTI ALTISSIMI NONOSTANTE LA CRISI

SOTTO L’OMBRELLONE COSTI ALTISSIMI NONOSTANTE LA CRISI

Parcheggio 5 euro. Un panino 6 euro. C’è chi specula sui turisti nonostante la crisi

Non rimane che la spiaggia libera o il boicottaggio delle strutture che hanno tenuto prezzi da pre-crisi o addirittura gli hanno aumentati. Lo “Sportello dei Diritti” chiede un’indagine dell’Antitrust per verificare l’esistenza di “cartelli” tra balneari nelle località più ambite. Altro che crisi! Arrivano i primi turisti nelle località balneari e puntuali giungono le segnalazioni allo “Sportello dei Diritti”, circa gli aspetti speculativi adottati da taluni, ma non sono pochi, gestori degli stabilimenti.

Non si tratta, tanto del cosiddetto “caro ombrellone” che ogni anno sino a qualche tempo fa faceva segnare aumenti dei prezzi di sdraio, ombrelloni e lettini per usufruire dei servizi per così dire, essenziali dei “bagni”  privati, ma sono le attività accessorie, quasi irrinunciabili che costituiscono le spiacevoli sorprese trovate da chi, recatosi a godersi il primo week end di giugno di tempo buono in riva al mare non ha creduto ai propri occhi quando si è approcciato alla spiaggia “privata” ed ha trovato nell’ordine: parcheggio con auto rigorosamente al sole e sullo sterrato a 5 euro, ombrellone e due lettini 15 euro, un panino 6 euro, porzione di macedonia di frutta 7 euro, e così via.

Come dire, qui la crisi non esiste e se volete questo vi tocca.

Questo ci  è stato segnalato proprio ieri da Gallipoli nel Salento, una tra le mete più ambite delle ultime e dell’imminente estate, ma anche da altre tra le più note località italiane.

Una nuova strategia quella adottata da alcuni “speculatori” che sotto il richiamo del prezzo stabile o addirittura ribassato dell’ombrellone, del lettino o della sdraio, celano una sorta di ricatto nei confronti del turista-consumatore che è pressoché obbligato a consumare i cibi e i servizi del lido una volta scelto, ma è anche un pugno nell’occhio alla crisi che quest’estate più che mai peserà nelle scelte “vacanziere” degli italiani, o meglio per quel 45 %, ma anche meno, che potrà permettersi qualche giorno di meritato relax lontano da casa propria.

Tutto ciò nonostante un’inflazione pari al 1,1% e quindi pressoché inesistente che non giustifica assolutamente una politica dei prezzi di tal fatta.

Le uniche strategie salva-portafogli, per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” sono quelle di godersi le spiagge libere con il proprio ombrellone, portandosi rigorosamente la colazione al sacco, ed in ultimo non rimane che un vero e proprio boicottaggio di massa dalle consumazioni nel lidi che adottano politiche dei prezzi illogiche e eccessivamente speculative in un momento di crisi com’è quello che stiamo vivendo.

Non resta che adottare, infatti, soluzioni drastiche, giacché tali “strategie di mercato” sono comuni in alcune località turistiche, specie in quelle più ambite, come se esistesse un cartello tra gestori dei lidi sui quali varrebbe la pena un’indagine urgente dell’Antitrust per sanzionare comportamenti che violano le regole della concorrenza e del mercato anche in danno dei consumatori e della nostra economia.

viv@voce

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