Salute. Lotta al cancro
La talpa senza pelo detiene il segreto del trattamento contro il cancro
Secondo un nuovo studio americano pubblicato mercoledì sul sito della rivista Nature un piccolo roditore resistente al cancro può essere essenziale per sviluppare un trattamento per questa malattia. Studi di laboratorio hanno identificato una secrezione delle cellule delle talpe senza pelo che impedisce la diffusione di tumori cancerosi. I ricercatori del team americano guidato da Andrei Seluanov e Vera Gorbunova presso l’Università di Rochester a New York hanno dichiarato che i risultati potrebbero portare a nuove terapie per l’uomo a lungo termine.
Queste sono state identificate nelle cellule del roditore di laboratorio che hanno scoperto che i tessuti erano ricchi di acido ialuronico, una sostanza che contribuisce a proteggere l’organismo dagli agenti patogeni quali virus e batteri oltre ad aumentare l’elasticità e il grado di idratazione cutaneo e ad avere proprietà cicatrizzanti e antiinfiammatorie. E’ proprio per le sue particolari proprietà che l’acido ialuronico si è rivelato importantissimo sia in campo estetico che in campo medico. Lo studio ha scoperto che quando questo acido viene rimosso dalle cellule della talpa senza pelo il roditore è più resistente al cancro. Questa specie di roditore miope e priva di peli, più vicino al porcospino che al topo può vivere fino a 32 anni. Gli scienziati non hanno mai rilevato il cancro in nessuno di essi, a differenza dei topi, che spesso muoiono di cancro e raramente vivono oltre quattro anni. I ricercatori ritengono che la molecola che protegge dal cancro presenta un elevata polarità e un elevata solubilità in acqua e per questo conferisce turgidità, elasticità e idratazione alla pelle, proprietà che contribuiscono alla resistenza e al mantenimento della forma di questa.
Una notizia che secondo Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti” che segna un ulteriore importante passo avanti, dunque, ma rimane ancora tanto da fare per debellare questa piaga che coinvolge milioni di ammalati nel mondo e che potrà essere combattuta solo con il sostegno costante da parte dei governi, a partire da quello italiano, nei confronti della comunità scientifica impegnata in questa lotta ormai da oltre un quarto di secolo.