COMUNICATO STAMPA: Pericolo trivelle nello Jonio
E’ sempre più incombente la minaccia di veder spuntare le trivelle nel mar Jonio: questa volta è la Transunion Petroleum Italia S.r.l. che ha presentato il 14/05/2013, al Ministero dell’Ambiente, la richiesta di autorizzazione ad effettuare saggi miranti ad accertare la presenza di idrocarburi nelle profondità marine
E’ stata pubblicata sul sito del Ministero dell’Ambiente la documentazione nell’ambito della procedura VIA, denominata “d 68 F.R-.TU”. Il progetto riguarda 623,47 Kmq ed è ubicato nel settore settentrionale del Mar Jonio, all’interno del Golfo di Taranto, nelle zone marine D e F. I comuni della Provincia di Taranto interessati sono: Castellaneta, Ginosa, Leporano, Lizzano, Manduria, Maruggio, Massafra, Palagiano, Pulsano, Taranto, Torricella. Oggi lanciamo l’appello a manifestare subito, in tutte le forme possibili, attraverso canali istituzionali e non, una netta opposizione a che s’inizino le ricerche.
Rinviare, sperando nell’esito negativo delle stesse, significa volersi affidare alla sorte, che, in casi come questo, è la più stupida delle opzioni, e significa ignorare che le indagini stesse, per i metodi con cui vengono effettuate, sono estremamente pericolose.
Tra l’altro, non un posto di lavoro viene creato “in loco” da questo tipo di attività, ma, al contrario, vengono danneggiate seriamente la pesca e le attività turistico-balneari che, in tempi di crisi come questo, sono pur sempre una boccata di ossigeno per le economie locali.
E’ opportuno ricordare che in passato più volte i Verdi della Provincia di Taranto hanno dato l’allarme, invitando a mobilitarsi in difesa del territorio con articoli di stampa e con mozioni presentate dai Consiglieri comunali di Manduria, de Bartholomaeis e Perrucci.
La mozioni furono bocciate in Consiglio Comunale dall’allora maggioranza di centro-destra.
Chiediamo con forza, a tutti i portatori d’interesse, Amministrazioni e Sindaci dei comuni interessati al progetto, le associazioni, i sindacati, gruppi di cittadini di sommergere il Ministero dell’Ambiente di osservazioni, entro e non il 13 luglio 2013 (termine data presentazione osservazioni).
Ciascuno saprà sicuramente esprimere le sue, noi ribadiamo in sintesi le nostre.
Il Mediterraneo, chiuso e privo di forti correnti, non è immune dall’inquinamento da idrocarburi: le attività estrattive ed esplorative già ora immettono in esso 300.000 mila tonnellate di petrolio. Quello che eventualmente si nasconde nei suoi abissi è scarso e di cattiva qualità, per cui richiede procedimenti di raffinazione lunghi e altamente inquinanti. Come mai le Compagnie petrolifere lo cercano? Perché le “royalties” che pagherebbero per lo sfruttamento dei giacimenti sono le più basse del mondo.
Le tecniche utilizzate per le ricerche, come “l’air-gun”, un metodo di ricerca che anche secondo recenti studi è responsabile di gravi impatti sull’ecosistema e sulla fauna marina, interferendo con le attività di pesca, con quelle turistiche e con le aree marine protette, luoghi di riproduzione della fauna ittica.
Il fenomeno dei cetacei che si spiaggiarono qualche anno fa nel Golfo di Manfredonia ha probabilmente origine dal disorientamento provocato in loro da queste tecniche.
Le attività esplorative ed estrattive tramite trivellazione possono provocare degli eventi sismici localizzati e la subsidenza delle coste, cioè un abbassamento delle stesse sul livello del mare. Che questo pericolo sia reale, lo dimostra il fatto che ogni tipo di ricerca è stato vietato nel Golfo e nella laguna di Venezia, considerati siti sensibili, grazie all’iniziativa di parlamentari della Lega.
Sollecitiamo, quindi, tutte le Amministrazioni Comunali interessate da questo progetto ad inviare valutazioni di questo tenore al Ministero dell’Ambiente; invitiamo tutte le altre forze politiche a fare altrettanto.
Gregorio Mariggiò – Federazione provinciale di Taranto del Partito dei Verdi