RACCONTI / 18. “Dottò? Nò eti ca toppu l’operazioni la cassermonica nò ncì funziona chiui?”
Anni ’70, un contadino savese si ricovera in ospedale …
Da diverse settimane aveva dei seri problemi alle vie urinarie, dolori localizzati ma insopportabili. Decide di ricoverarsi a Manduria presso l’ospedale Giannuzzi. Dopo un giorno, dal ricovero, lo vanno a trovare alcuni suoi amici e chiedono che tipo di esami ha fatto in questo primo giorno di permanenza ospedaliera. E tra le tanti ipotesi di guarigione si prospetta anche un intervento alla prostata.
Un amico solleva un dubbio al ricoverato: “Pascà? Viti ca ci ti operi alla prostata puei la giamarra non ti tira cchiui, sà?”
Tutti a ridere, compreso il ricoverato. Finisce la visita e al ricoverato rimane il dubbio che l’amico aveva pronunciato qualche minuto prima. A questo pensiero non dorme neanche la notte. Al mattino è orario di visita dei medici del reparto e tocca anche a lui.
Il medico guarda la sua cartella clinica, gli esami che precedentemente aveva fatto e prospetta al nostro Pasquale l’intervento alla prostata. Apriti cielo. I dubbi dell’ipotetico mancato funzionamento della giamarra lo assalgono di nuovo.
Si fa coraggio e mentre il medico esce dal reparto corre incontro e gli dice: “Dottò? Ma eti sicuru ca maggià operà alla prostata?” Il medico gli risponde che è l’unica soluzione a far sì che poi torni a stare bene. Amaramente si convince.
Poi torna alla seconda domanda: “Dottò? Nò eti ca ci mi operu alla prostata la cassarmonica puei nò ncì piccia cchiui, no?” Il medico lo guarda e gli dice, in dialetto: “Viti ca è capaci ca ti funziona mejiu ca ti prima!”