MANDURIA. Tullio Mancino risponde alle accuse del sindaco sulla delibera Censum
In una lettera il Presidente di GpM riporta nuove considerazioni a termini di legge
Nell’intervista di martedì 14 agosto concessa al giornale La Voce di Manduria, il Sindaco Massafra cerca inutilmente di argomentare le ragioni per le quali, con una semplice delibera di giunta, ha deciso di affidare il servizio di riscossione della Tares alla Censum e, curiosamente, mi accusa di usare nei suoi confronti “toni calunniosi”, per aver sostenuto che l’iter amministrativo seguito per tale concessione è, a mio parere, illegittimo. Egli arriva a dire addirittura che non avrei imparato la “lezione di Maggio”, riferendosi evidentemente al fatto che sono uscito perdente dalle elezioni, mentre lui è stato eletto Sindaco.
Mi preme intanto sottolineare che per quanto mi riguarda, perdere le elezioni non vuol dire rinunciare ai propri ideali anzi, significa continuare a difenderli; i miei quasi 1700 elettori hanno infatti il diritto di essere rappresentati ed io sento, oggi più di ieri, il peso di tale responsabilità.
Se egli vuol leggere le mie osservazioni come critiche sterili o addirittura calunniose, faccia pure! Io assicuro, invece, che esse sono solo un’occasione per riflettere seriamente sull’argomento, nell’ottica di una collaborazione costruttiva, funzionale al migliore perseguimento degli interessi di Manduria.
Per questi motivi, alla luce di quanto da egli dichiarato a proposito della questione, ho aggiunto nuove considerazioni in una lettera aperta indirizzata al Sindaco stesso, all’Assessore alle Finanze, avv. Nicola Muscogiuri, e al Dirigente dell’Ufficio Affari Finanziari, dott. Leonardo Franzoso.
Eccone un estratto.
«Lei sostiene innanzitutto che “l’affidamento alla Censum della riscossione dei tributi è una scelta operata dalle passate amministrazioni e nessuno di voi ha avuto parte nel determinare tali scelte”.
Ebbene, vorrei ricordarle che almeno cinque consiglieri comunali della sua maggioranza (V. Andrisano, L. Girardi, G. Curri, N. Muscogiuri, N. Dimonopoli) facevano parte della precedente amministrazione Tommasino, la quale ha deciso di esternalizzare la riscossione dei tributi comunali.
Le faccio poi notare che, allorquando fosse esistita una diversa volontà politica della sua Amministrazione rispetto alla precedente, lei avrebbe potuto serenamente internalizzare la gestione della TARES; tanto più che le delibere con le quali l’Amministrazione Tommasino decise di esternalizzare la riscossione dei tributi sono state assunte da Organo incompetente, ovvero in palese violazione dell’art. 42, comma 2, lett e del Tuel (che riconosce il Consiglio Comunale quale unico organo competente in materia di concessione di pubblici servizi), in quanto la precedente Amministrazione decise di affidare all’esterno il servizio tributi con deliberazioni di Giunta anziché di Consiglio Comunale, proprio come ha fatto lei ora con la Tares. Ciò senza tralasciare che le suddette deliberazioni facevano riferimento all’ICI e alla TARSU non già all’IMU e alla Tares.
Lei ha poi precisato che “è intendimento della sua amministrazione invertire la rotta e valutare, per l’anno prossimo, la possibilità di internalizzare tale servizio” come riportato nella delibera n°11 del 26 luglio u.s.”
Spiace caro Sindaco, ma devo farle notare che non è certamente per un suo atto di misericordia che l’anno prossimo il Comune dovrà internalizzare il servizio, ma per legge.
Possibile che lei e la sua giunta ignoriate che, secondo la previsione di cui all’art. 14, comma 35, del Dl 201/2011, a partire dall’anno prossimo il tributo e la maggiorazione sono versati esclusivamente al Comune? Possibile che ignoriate che siamo di fronte ad una deroga espressa della disposizione di cui all’art. 52 del D. lgs 446/1997 e, quindi, alla conseguente impossibilità di affidare la riscossione a qualsiasi soggetto esterno (inclusi concessionari e altri soggetti di cui all’art. 52, comma 5, del D. lgs 446/1997, agenti della riscossione del gruppo Equitalia, soggetti gestori del servizio rifiuti)? E, ancora, è mai possibile che l’Alta Dirigenza dell’Ente da lei guidato non abbia spiegato agli Amministratori che, l’intervento del Dl 35/2013 (art. 10, comma 2, lett. g) ha consentito di derogare alla regola generale che impone la riscossione spontanea esclusivamente in forma diretta da parte del Comune, consentendo di continuare ad avvalersi, per il solo 2013, dei soggetti affidatari del servizio di gestione dei rifiuti?
Lei asserisce poi che l’internalizzazione del servizio non può farsi subito, per via delle carenti risorse umane comunali e perchè sarebbe servita “una fase preparatoria ed organizzativa impossibile da definire in 20 giorni, rischiando che ci venisse addebitato un danno erariale”.
Mi permetta, queste sono sue manifestazioni di giudizio, rispettabili come quelle di chicchessia. Peccato però, che siano ancora una volta prive di riscontro probatorio. Alla deliberazione di giunta di esternalizzazione della Tares, infatti, non è allegato il parere previsto dell’art. 6-bis, comma 3, D. Lgs. n. 165/2001, mediante il quale l’Organo di Revisione del Comune di Manduria deve dare atto ex ante delle economie di gestione e
delle relative misure in materia di personale e dotazione organica, conseguibili mediante l’esternalizzazione della Tares.
E chissà se l’assenza del suddetto parere non costituisca un ulteriore vizio di legittimità della deliberazione di Giunta n. 11/2013!
Infine, per rispondere a chi come me sostiene che la questione sarebbe dovuta essere portata all’attenzione del Consiglio Comunale anziché essere sbrigata direttamente dalla Giunta, lei sostiene che “l’iter era nei fatti già stato tracciato dalla deliberazione del commissario straordinario adottata appunto con i poteri del Consiglio e la Giunta, non ha potuto far altro che applicare quanto già stabilito limitando però gli effetti ad un solo anno e ponendo le basi per la rinegoziazione dell’aggio spettante alla Censum secondo condizioni più favorevoli al Comune. Ad ogni modo l’argomento sarà sviscerato in Consiglio comunale quando dovremo approvare il bilancio. I consiglieri si preparino per tale argomento”.
Ribadito che, ove fosse esistita la volontà politica in tal senso, l’Amministrazione Massafra avrebbe potuto discostarsi da qualsivoglia deliberazione precedente, giova evidenziare che dalla deliberazione n. 11/2013 (ancora una volta adottata dalla Giunta bypassando il Consiglio Comunale) emerge solo che «al momento, per l’attività a svolgersi sia corrisposto un acconto sul compenso a rinegoziarsi, calcolato in misura pari al 55% della percentuale di aggio sugli incassi già stabilito contrattualmente» per la TARSU.
Ed è evidente che sulla base della suddetta locuzione è difficile stabilire quanto costerà ai manduriani il suddetto servizio di riscossione e, soprattutto, se esso sarà inferiore, uguale o superiore a quello già previsto per la TARSU. È infatti noto che il gettito della TARES è di gran lunga superiore a quello della soppressa TARSU. Ed è, altresì, evidente che in assenza di piani finanziari e/o di altri riscontri probatori, quelle del Sindaco restano solo ed esclusivamente parole.
Specioso, poi, immaginare che i consiglieri comunali dovranno studiare l’argomento per essere preparati in sede di approvazione del Bilancio. Spiace dirlo, ma il Sindaco inciampa tecnicamente ancora una volta. Possibile che egli ignori che ancor prima del Consiglio Comunale che approva il Bilancio di previsione dovrà necessariamente essere convocato apposito Consiglio Comunale che deliberi sul regolamento e sulle tariffe?
In conclusione, caro Sindaco, nel superiore interesse della collettività, lasci approfondire la questione nell’ambito della massima assise cittadina. Da una tale decisione uscirà vittoriosa anziché sconfitta la democrazia».
TULLIO MANCINO
Presidente Movimento Giovani per Manduria
MOVIMENTO POLITICO-CULTURALE
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