Riccardo Desantis: “Sava e non solo …”
Da facebook, un importante contributo al dialogo e alla sua concretezza
Da vent’anni a questa parte la politica è stata toccata da una serie di cambiamenti . In particolare si è passati da una concezione classica del partito politico, come collettore di classi sociali o di fette della popolazione se si preferisce, ad una concezione nuova: si è imposta l’idea che l’ideale non conta, che non ci sono più classi sociali,ma che vige una sorta di individualismo e che quindi compito della politica sia proporre ricette e rimedi al fine di far felice il singolo individuo con le sue piccole frustrazioni e debolezze.
In questa logica è cambiata anche la dialettica politica, che non poggia più su grandi ideali di solidarietà,di voglia di costruire un mondo migliore per i propri figli; tutto verte su una smania di conquistare il potere tramite promesse. Lo strumento con cui ciò avviene è l‘uso di una dialettica manichea che vorrebbe dividere il mondo tra buoni e cattivi. Ecco che ormai tutto il dibattito politico verte sulla demonizzazione dell’avversario che è sempre cattivo, delinquente, farabutto e magari compratore di voti (spesso chi fa politica dice “noi stiamo con l’altra Italia”, a destra dicono di stare con l’Italia che vuole la libertà, a sinistra con quella che paga le tasse, per il resto poi vige ormai per entrambi il dogma del liberalismo e dell’economia di mercato senza alternative). Peccato che unico effetto di questa logica sia stato solo l’allontanamento di milioni di cittadini dalle urne, nonché il rafforzamento di fenomeni da baraccone che si ergono a capipopolo e liberatori della patria tipo Grillo …
Questa logica ormai imperante pare non risparmi neppure il campanile savese! Ci siamo lasciati alle spalle una campagna elettorale accesa,basata proprio su questa logica; una campagna elettorale fatta di battute cattive e spesso anche esagerate in cui alcuni esponenti politici (che oggi lecitamente e democraticamente governano il nostro paese) dipingevano la maggioranza uscente come un branco di farabutti mafiosi,si diceva che nel comune addirittura regnasse il malaffare (il Comune di Sava non è mai stato commissariato però per infiltrazioni mafiose da parte della prefettura) e che i funzionari fossero “amici dei politici” (è assai grave insinuare una cosa del genere, mettere in dubbio l’imparzialità della Pubblica Amministrazione).
La cosa più affascinante e paradossale è che la politica si serva proprio del lavoro della stampa, per poter costruire queste arringhe che paiono più appropriate ad un’aula di tribunale che ad un palco da comizio. Stampa che però poi odia quando osa ledere l’autorità del momento!
Oggi che la campagna elettorale è finita però mi pare che questa logica dei buoni/cattivi alimenti ancora la dialettica politica …
Ogni giorno possiamo leggere di scontri infuocati via social network tra soggetti politici e personaggi immaginari che preferiscono celarsi dietro l’anonimato di un “profilo fake”, minacce di denunce alla stampa (la stessa stampa che forniva però gli assist in campagna elettorale), esternazioni giustizialiste o pseudo – giuridiche di ogni genere, insinuazioni di varia natura nei confronti di chi oggi è minoranza politica, illazioni di ogni natura, strumentalizzazioni…
Io mi chiedo una cosa: è davvero questo quello di cui la nostra comunità ha bisogno? Questo dovrebbe ri-avvicinare la gente alla politica in un momento politico delicato come quello attuale?
Non credo davvero che questa sia la via! Da cittadino preferirei una dialettica anche accesa ma onesta e basata sul rispetto e SUI CONTENUTI, mi piacerebbe un confronto serio e senza pregiudizi (anche con la stampa), mi piacerebbe vedere persone che nelle loro diversità anche ideologiche svolgono il ruolo nobile di maggioranza e opposizione: una maggioranza che illustra i suoi punti e una opposizione che lecitamente ne rileva i difetti e contraddizioni.
Probabilmente quello di cui Sava e non solo ha bisogno non è una guerra civile fatta di parole e denunce a orologeria, ma di un clima di riappacificazione in cui tutti possano rinsavire e ritrovare una dimensione più democratica della politica e della vita istituzionale.
Riccardo Desantis