Oh quanto è bello O’ Saracino mio!
Certo che la Sava politica, se trattasi di tale, ci fa ridere. Spesso e volentieri. E allora ridiamo, che è meglio
Andiamo ai peones, o meglio alle così dette “pedine” che, in lunguaggio democristiano vecchia maniera, rappresentavano un serio pericolo nella nomenklatura della morta Democrazia Cristiana. Questi “peones”, che molti allora battezzarono anche “cogliones”, erano usciti fuori dalle correnti e battevano cassa per qualche Ministro o qualche sottosegretario, magari promesso e poi non dato più.
Quindi in questa logica alla manuale Cencelli si muoveva la politica nazionale, identica a quella locale odierna. Ma andiamo a Sava, che tra l’altro è quello che ci interessa su tutto. La foto sopra ritrae, amorevolmente, il giovane sindaco IAIA e il consigliere comunale Giuseppe Saracino della serie “ulimni beni”. E fin qui possono fare quello che vogliono, possono anche entrare nella dicitura “due cuori e una capanna”. Liberissimi di fare ciò che vogliono. E ci mancherebbe. Ma quando si parla di politica, o meglio tentata, allora le cose sono diverse. Un cronista cerca di anticipare i tempi di un evento, di un qualcosa, che bolle in pentola.
E se è lungimirate, con i fatti che seguono, allora vuol dire che è stato obiettivo e non sciocco. Raccogliere le lamentele dei “peones” savesi ha qualcosa di curioso. Curioso, si fa per dire, ma che non hanno coraggio (spero al momento) di uscire fuori ciò che, legittimamente per loro, deve essere giusto o meno. Si rispettano le opinioni di tutti e quindi un giornale sonda il terreno, valuta e raccoglie dichiarazioni ufficiose. E da questo “raccogliere” emerge che che c’è alla base dell’amministrazione IAIA una sorta di malessere, di insoddisfazione del lavoro amministrativo fatto da oltre 14 mesi da parte di qualche assessore.
E questo è normale, dapertutto si fanno queste valutazioni. Sava non è da meno. Per nulla. Ma far passare questo giornale come bugiardo o manipolatore della verità ce ne vuole e tanto pure. O addirittura dire che “l’informazione locale prende un’altra cantonata” è esplicito il riferimento a Viv@voce. Ma ripeto, come d’altronde ho sempre fatto, a me non cambia la vita. Anzi, mi dà la consapevolezza che le persone che nella campagna elettorale savese si mostravano al savese come coloro che avrebbero faticato tantissimo e ribaltato un intero paese, rivoltandolo come un calzino, hanno ben poco di loro. Ma la politica ci dice che quando ci sono i numeri chi ha in mano il pallino del gioco può continuare a giocare. E giochi pure, tranquillamente.
Tanto noi siamo sempre allertati dai loro comportamenti e dal loro modo di fare che, quanto a democrazia, ce ne vuole. Il gioco delle parti, tanto questo è un gioco per questa amministrazione, ci sta portando a quello che molti savesi si stanno abituando all’idea “e quisti erunu mejuiu tì lotri?” Un’amministrazione senza nessun indirizzo politico, votata a vivere alla giornata non dura molto. Certo, sulla carta si. Ma fino a quando avranno i numeri. Quanto ai peones, in genere, quando capiranno che è in gioco anche il loro futuro politico allora capiranno bene l’ordinamento delle cose.
La politica è una cosa seria. E’ fatta per le persone intelligenti. Per quelle persone che amano un paese e che si prodigano in tutti i modi per lui. Cercando di renderlo più dignitoso e decoroso. E in questi passati 14 mesi non sappiamo cosa ha fatto di così strabiliante che ai nostri occhi, eppure portiamo le lenti, non è stato avvistato.
Poi peones o cogliones è una scelta …
Giovanni Caforio