PIAZZA RISORGIMENTO. LE CALENDE GRECHE DELL’AMMINISTRAZIONE IAIA
Nonostante, questa amministrazione, avesse trovato il “piatto” bello e pronto, dimostra solo una cosa: incapacità amministrativa!
Dall’inizio del maggio 2012, per l’esattezza il 2 del mese citato, sono iniziati i lavori di ristrutturazione di Piazza Risorgimento. Il tempo di consegna dei medesimi era il 2 novembre 2012. Bene: sono passati quasi 15 mesi e i lavori sono ancora in stand by. Sul contratto stipulato tra il nostro Comune e la ditta appaltatrice vi era una clausola: per ogni giorno che passava in più, rispetto ai termini di consegna, vi era una penale di circa 100 euro al giorno. Pochini, se vogliamo. Ma andiamo avanti. Il progetto originario prevedeva la villa senza il chiosco e quindi veniva restituita al completo alla nostra comunità in tutto il suo, eventuale, splendore.
Discutibilissima, nel progetto primitivo, la rimozione della vecchia vasca ma se avessimo avuto tecnici più “storici” forse avrebbero dato una valenza diversa alla vasca costruita diversi decenni fa. Quindi i lavori di ristrutturazione consistevano in questo: rimozione dei vecchi vialetti ormai decrepiti, potatuta di tutti gli alberi esistenti, rimozione di quelli che ormai erano votati all’addiaccio e mattonatura con comune betonella. Unica differenza era verso la nuova vasca: rivestita in marmo del tipo “Trani”. Quindi, se vogliamo essere per davvero generosi questi lavori potevano avere la durata massima di 60 giorni lavorativi. Questo è per la cronaca e per i dati in possesso del nostro giornale.
Andiamo all’insediamento dell’amministrazione IAIA. Fortunatissima in questo caso. Si è trovata subito un lavoro già appaltato e con i soldi disponibilissimi. Quindi, all’amministrazione IAIA e al giovane sindaco in testa, non restava altro che seguire e far proseguire i lavori verso la giusta scadenza. Ovvero, quella 2 novembre 2012. Attenzione: dico novembre 2012! E no, non ci siamo: c’è da proteggere il chiosco che già esisteva di fatto. Quindi, nella logica delle cose, la ditta appaltatrice si ferma in attesa di nuovi sviluppi tecnici e amministrativi. E qui avviene una tragedia: ci vorrebbere una perizia di variante da integrare al progetto originiario.
Chi deve farla? Il dirigente al Patrimonio o il dirigente dell’UTC?
Le regole dicono che tocca al primo. Già, il primo. Quello a cui, il giovane sindaco IAIA, tuonava dal palco nella passata tornata elettorale comunale in cui diceva, a chiare lettere “fuori i tecnici non savesi dal nostro Comune”. In questo balletto si sono arenati tutti: sindaco e assessore al ramo, ovvero il dottor Pasquale Calasso assessore ai Lavori Pubblici. Quanto tempo è durato questo balletto? Un anno intero. Sanno ballare, si vede. Eccome che sanno ballare. Ma non sappiamo se questo è un ballo rock ‘nroll o un ballo lento. Delle due, sicuramente è quello lento. Molto lento. Anzi, lentissimo. Intanto è passata la prima stagione scolastica, con i mille disagi delle mamme che si recavano a prendere i loro figli all’uscita della scuola. La pioggia creava non pochi problemi.
Ad oggi la situazione è questa: è stata data la concessione edilizia al gestore del chiosco, nonostante avesse il contratto scaduto da oltre dieci anni ed è stato autorizzato a costruire un chiosco, nuovo di sana pianta, che sembra un pugno nello stomaco rispetto all’area del verde pubblico in questione. Una copertura di oltre 40 metri quadrati che, a mio parere, è troppo rispetto all’area della villa. Ma si sa, chi amministra crede che può fare sempre quello che vuole. E crede che il Comune è suo, bruttissima e diffusissima idea questa! Che lo faccia, fin chè può. Si intende. Ai giorni nostri i lavori proseguono, a rilento, e la nuova stagione scolastica sta per aprirsi. Le mamme, i genitori, gli anziani, ringraziano l’amministrazione IAIA, sindaco Dario in testa con al suo fianco il dottor Pasquale Calasso, di così tanta celerità forse, nel confronto, una tartaruga è più veloce di questa squadra amministrativa. Continuate prego … il paese vi sta guardando e vi sta giudicando.
A Sava si dice: “Ci uè viti quantu vali unu mittulu allu cumannu”. E l’amministrazione IAIA la stiamo vedendo tutti i giorni e “apprezzando” il suo valore amministrativo. Politico? Nulla di politico. Forse la politica serviva per arrivare all’insediamento nel nostro Palazzo municipale. In genere, e succede quasi dapertutto questo, una volta ottenuto il successo elettorale, se non c’è sostanza, vale la frase di Leonardo Sciascia: Uomini? Ominicchi? O … quaquaraquà? Al lettore la scelta … la nostra la sappiamo già!
Giovanni Caforio