Antonio SPADA: “La poesia mi è ispirata dal mio territorio e dalla mia gente”
Intervista al nostro caro poeta savese
Antonio cosa rappresenta per te la poesia?
La poesia è la voce dell’anima ma a volte può essere anche l’urlo dell’anima
Come è iniziata questa tua passione?
Io volevo testimoniare il rapporto che ho col territorio e con la mia gente, così cominciai a prendere appunti su quello che vedevo in giro. Facendo leggere questi scritti a qualche amico, sentii dire loro che i temi trattati da me potevano interessare l’intera comunità. Così comincia la mia storia.
Scrivere è stato facile sin da subito o hai incontrato delle difficoltà?
E’ stato facile perché sin da subito ho avuto modo di testimoniare tantissimi episodi riguardanti il mio territorio e la mia gente. Io amo il mio territorio e la mia gente e chi mi conosce sa che ho abbandonato la carriera per la mia gente. Ho voluto sognare. Ho continuato perché ero incoraggiato dai consensi che ricevevo.
C’è stato un momento in cui ti sei sentito scoraggiato e deluso?
Qualche volta sì quando qualche imbecille lontano dalla poesia si è messo a ridere per le cose che facevo.
Nelle tue poesie hai usato il dialetto come espressione letteraria. Pensi sia appropriato per descrivere le emozioni e le sensazioni che ti caratterizzano?
Io non dire in dialetto perché io scrivo nella lingua corrente. Una precisazione vorrei fare: noi il dialetto lo abbiamo dimenticato e l’italiano non l’ho abbiamo ancora imparato. Io scrivo nella lingua che parliamo noi. Per me l’importante che passi il messaggio.
Hai avuto tanti riconoscimenti nella tua carriera. Qual è stato quello che ti ha segnato di più?
Il riconoscimento di qualche studente, di qualche insegnante, gente che ha a che fare con la letteratura e con la poesia. Questo è quello che mi ha gratificato di più !
C’è una poesia a cui sei particolarmente legato?
E’ la mia prima poesia, “Paese Mio”, nella quale descrivo i sentimenti nei confronti del mio paese e poi ce n’è una di quelle recenti che ho dedicato ai bambini appena nati.
Recentemente hai vinto un altro concorso, un altro premio che hai ricevuto all’Hotel Excelsior di Bari. E’ stata per te un’esperienza comune oppure singolare?
Sentirsi gratificato quasi ufficialmente da gente competente è un’emozione particolare
Stai continuando la tua produzione Antonio?
La poesia non si può programmare, è un sentimento spontaneo che nasce in qualsiasi momento. Ci sono momenti in cui sembra che qualcuno mi stia dettando le parole e momenti di “disperazione”
La situazione in cui verte oggi l’Italia non è assolutamente una delle migliori. Questo status quo è prolifico al fine delle tue composizioni?
A tal proposito ho fatto una delle ultime mie poesie.
Antonio dal Comune di Sava, recentemente, hai avuto dei riconoscimenti?
No, c’è stato soltanto il dott. Corrado Agusto che mi ha fornito il bando per partecipare al concorso indetto dall UIL alla quale io ho partecipato ed ho vinto il premio provinciale.
C’è un poeta a cui ti ispiri?
Come tutti quelli vissuti in una certa epoca, io mi rivedo un po’ in Pasolini (1922 – 1974, ndr). Ho qualche affinità con lui. Come lui io credo che abbiamo distrutto una società millenaria ed abbiamo sostituito ad essa uno sfrenato consumismo privo di valori.
Cosa ti aspetti dal futuro prossimo?
Si vive giorno per giorno. Per l’età che ho io non si possono fare più programmi e progetti a lunga scadenza come quelli che facevamo quando avevamo 20 anni.
Antonio se dovessi lanciare un messaggio a tutti i poeti e scrittori che si affacciano al mondo della letteratura, cosa diresti loro?
Continuate così.
Andrea Prudenzano