Silvia Saracino: “Questo mio scritto, questo mio pensiero, lo dedico a lui, perchè per me è stato veramente come un secondo padre”
Dalla nuora di Giuseppe Spagnolo, riceviamo e volentieri pubblichiamo
Caro direttore, voglio dare una volta per tutte una chiarezza a tutta questa triste storia. Giuseppe Spagnolo nominato da tutti Pino, era una persona con grande carattere, con tre figli e una moglie stupenda. Fin da giovane ha lavorato presso la “Cantina di Sava” dove ha trovato la morte in quel maledetto giorno. Leggo tantissimi commenti su facebook sulla pagina del suo giornale dove è riportata la tragedia che ci ha colpito direttamente.
Francamente non mi va di rispondere a quelle voci sbagliate e cattive della gente che non sapendo ha parlato in modo incoscente. Questo mio scritto, questo mio pensiero, lo dedico a lui, perchè per me è stato veramente come un secondo padre. E’ stato un uomo che si è battuto e che si è trovato pronto in ogni situazione. Nelle sua abitudini quotidiane lo vedevano tantisismi savesi in Piazza San Giovanni con la sua Ford Fiesta bianca.
E’ stato un gran lavoratore che ha portato avanti con dignità e sacrifico la sua famiglia. Era preciso nelle sue cose e in ogni cosa che faceva. Io e lui avevamo un rapporto bellissimo, stavamo allo stesso livelo di quello di un padre con un figlia. Non mi sentivo affatto aggregata, ma figlia diretta. E poi ci sarebbero tantissime cose da dire su di lui ma credo che il mio stato non lo permette ora.
In questa mia breve lettera, caro Direttore, pregherei a chi commenta gli articoli su questa tragedia di tacere e di avere il rispetto per il dolore delle nostre famiglie, così colpite duramente da questo dramma. E ripeto, per quanto riguarda al vociferare di tante voci, credo che non è giusto che si possono esprimere così tante cattiverie sulla vita di uomo che ormai non c’è più e che ha dato a noi l’esempio dell’onestà.
Con le lacrime agli occhi porto dentro di me il pensiero di questo uomo, di questo padre, che per me è stato un grande lavoratore, oltre ad un grande padre.
Silvia Saracino