Il TaTÀ un teatro abitato. Fino a quando?

Il TaTÀ un teatro abitato. Fino a quando?

Stagione teatrale 13/14, la n. 6 del teatro TaTÀ, a 36 anni di vita del Crest di Taranto

Numeri. Numeri da giocarsi al lotto, perché solo una vincita di lotteria può salvare lo spettacolo pugliese. Può salvarci dall’insipienza, dall’insofferenza della pubblica amministrazione a tutti i livelli, più perniciosa dei tagli della economia e della spending review. Progetti interessanti, innovativi, utilmente operativi, pluripremiati in tante sedi, che hanno reso l’immagine di una Puglia felix per lo spettacolo, naufragano, si incagliano nella palude della burocrazia italiana, pugliese, tarantina, poggibonsina. In tutto il mondo/paese trionfa un’amministrazione autoreferenziale. Ci sono le eccezioni, persone che lodiamo e sosteniamo. Ma la palude avanza.

Con acrobazie e con amore diamo avvio a questa nuova stagione, con passione abbiamo scelto gli spettacoli e tutte le attività che ancora una volta gemmeranno da essi. I sei titoli in abbonamento per “Periferie” confermano il nostro lucido progetto di portare a Taranto il teatro di qualità, una drammaturgia che si nutre dei problemi della contemporaneità, non per farne inchiesta o scandalo, ma con poesia, con arte.

Pensiamo, ad esempio, al tema della violenza sulla donna, della violenza domestica, che vedremo trattato per mano di Valter Malosti nello scespiriano “Lo stupro di Lucrezia”, di César Brie in “Indolore” e di Rafael Spregelburd in “Lucido” messo in scena da Costanzo/Rustioni. Pensiamo al tema della “caduta”, la caduta all’inferno di chi aveva soldi e potere e non li ha più, di chi aveva un lavoro e non lo ha più, trattato da Paolo Sorrentino il cui romanzo ha ispirato Iaia Forte e il suo “Hanno tutti ragione”, e poi da Michele Santeramo in “La rivincita” a cui la regia di Leo Muscato regala leggerezza. Ed ancora Babilonia Teatri con “Pinocchio”, uno spettacolo nato con Gli Amici di Luca, una compagnia teatrale costituita da persone uscite dal coma.

Agli spettacoli in abbonamento si affiancano poi due nuovi progetti, non potevamo ignorare quanto il dramma Taranto-Ilva – ambiente-lavoro-salute – abbia scosso e coinvolto l’intera Italia, ispirando anche la giovane produzione teatrale, quella under35, per spettacoli che parlano di Taranto, di noi tutti infine. Con il progetto “Ossigenarsi a Taranto” presenteremo nella stessa serata due diverse produzioni: “L’eremita contemporaneo – Made in Ilva” degli Instabili Vaganti e “My personal Tarànto” di Isabella Mongelli.
Il lavoro sarà al centro anche di “La memoria che resta”, il progetto che realizzeremo con Armamaxa teatro (di Enrico Messina e Micaela Sapienza) per Re|mix, nuova tappa del percorso della rete una.net. Un laboratorio e due spettacoli: “Croce e fisarmonica” in matinée per gli Istituti Superiori e “Braccianti” in serale, per approfondire il rapporto tra le nostre compagnie, ma anche per sviluppare insieme nuove riflessioni ed esiti teatrali sulle trasformazioni del lavoro nella nostra terra: braccianti, metalmezzadri, operai.

Aria diversa per i bambini, cui la rassegna domenicale “favole&TAmburi” regalerà favole e storie a piene mani: Cenerentola, Pinocchio, Biancaneve, Re Leone, Sposa sirena, L’uccello di fuoco, e molto altro; come i giochi di animazione per ingannare l’attesa nel foyer, a cura delle animatrici di TaTÀ Junior, alle quali anche quest’anno sarà affidato il servizio “Il TaTÀ si fa tata”, che consente ai genitori di partecipare agli spettacoli serali e ai loro figli di giocare … all’ora della nanna.

viv@voce

Lascia un commento