SAVA. Lunedì 28 ottobre riparte lo scuolabus …

SAVA. Lunedì 28 ottobre riparte lo scuolabus …

Assurdo degli assurdi. La scuola è iniziata da quasi due mesi e l’amministrazione IAIA si ricorda che alcune decine di scolari, abitanti nelle periferie, hanno seri problemi a raggiungere la Scuola d’obbligo!

Lo scorso sabato il nostro giornale, come è sua consuetudine, ha  messo il nuovo manifesto-locandina. Tolti gli auguri al sindaco del “quartiere Specchiolla” per i suoi ben portati 80 anni e largo al nuovo. Il nuovo manifesto era un serio atto d’accusa contro questa amministrazione che ha “scordato” che ha nel suo parco macchine lo scuolabus! Eh già … succede. E succede anche che questo scuolabus è un autoveicolo importantissimo per prendere gli scolari dalle loro abitazioni periferiche o quelli che abitano nelle contrade e di portarli a scuola. Sottointeso anche il ritorno. Bene, o meglio male, quest’anno scolastico è già in corso da quasi due mesi e l’autoveicolo non è stato attivo per nessunissimo motivo per il suo scopo o ragione importante.

Disagi creati alle famiglie, alle mamme che sono impossibilitate a portate i loro ragazzi a scuola. Insomma, tutto ciò che un simile disagio può comportare a chi vive fuori dall’abitato savese.  Alla luce del nostro manifesto, e delle contestazioni civili sul web su questo tema, già mercoledì passato, in via ufficiosa, mi dicevano che lo scuolabus parte lunedì 28 ottobre. Cavolo, oppure mettete quello che più vi viene a voi mentre leggete!

Ma l’amministrazione IAIA, sindaco in testa, conosce i problemi di questo paese? Li conosce per davvero o fa finta di saperlo? Quindi, con molta modestia e senza nessun trionfalismo in quanto non è affine a questo giornale un simile modo di innalzarsi, è bastato un manifesto letto da tantissimi savesi per mettere con le spalle al muro questo amministrazione e richiamarla ai suoi doveri amministrativi?

Ma cè stà perditi la capu? Discjitabbiti, anzi fermabbiti propria. E deciditi cè tà fà. Ci siti nu beni pi lu paesi amministrati a doveri. Ci nò sapìti cè tà fà …

Giovanni Caforio

viv@voce

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