ILVA. Chiusa inchiesta 50 gli indagati anche tre società
Il pool di magistrati che ha condotto l’inchiesta-madre (il procuratore Franco Sebastio, l’aggiunto Pietro Argentino, i sostituti procuratori Mariano Buccoliero, Giovanna Cannarile e Remo Epifani) sta per firmare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari
TARANTO – Quattro anni di indagini, un centinaio di faldoni per almeno 50mila pagine di documenti, il tutto sfociato in una cinquantina di indagati – dirigenti, politici e funzionari – tra i quali almeno tre società: l’inchiesta per disastro ambientale a carico della dirigenza Ilva di Taranto e del Gruppo Riva è alla sua prima tappa fondamentale, dopo l’incidente probatorio conclusosi il 30 marzo 2012.
Il pool di magistrati che ha condotto l’inchiesta-madre (il procuratore Franco Sebastio, l’aggiunto Pietro Argentino, i sostituti procuratori Mariano Buccoliero, Giovanna Cannarile e Remo Epifani) sta per firmare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Dal momento della notifica i legali degli indagati avranno 20 giorni di tempo per depositare memorie o per chiedere che i loro assistiti vengano interrogati. Poi la Procura deciderà sulle richieste di rinvio a giudizio da inviare al gup, prologo della fissazione dell’udienza preliminare.
L’avviso di conclusione delle indagini preliminari consisterà in una quarantina di pagine con una fitta rete di capi d’imputazione. Per un gruppo di indagati – si conferma in ambienti giudiziari – sarà confermata l’accusa di aver costituito un’associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, all’avvelenamento di sostanze alimentari e ad altri reati minori. Dall’inchiesta-madre resterà fuori l’indagine riguardante le discariche di rifiuti dell’Ilva e relative autorizzazioni, peraltro ora in fase di revisione sul piano amministrativo.
Prosegue intanto, sull’asse Taranto-Londra, la battaglia giudiziaria da parte dei legali di Fabio Riva, vice presidente di Riva Fire, in libertà vigilata nella capitale inglese dal gennaio scorso dopo che era stata dichiarata la sua latitanza perchè non rintracciato sulla base di un mandato di arresto europeo. I difensori del dirigente di Riva Fire hanno chiesto alla Procura copia delle perizie chimica e medico-epidemiologica, disposte dal gip Patrizia Todisco ed elaborate da due gruppi di esperti, depositate nell’incidente probatorio conclusosi il 30 marzo 2012.
La Procura avrebbe già dato disposizioni per far pervenire la documentazione, pur manifestando qualche perplessità. La prossima udienza finalizzata alla richiesta di estradizione di Fabio Riva si terrà nel gennaio 2014. Nel frattempo la Procura ionica potrebbe già aver depositato al gup la richiesta di rinvio a giudizio e della fissazione dell’udienza preliminare.
FONTE
lagazzettadelmezzogiorno