TARANTO: L’ ARCIVESCOVO INVESTIVA IN BORSA LE OFFERTE DI RIVA
Il dirigente dell’ Ilva, Archinà, ora in carcere con l’ accusa di corruzione, ha dichiarato che annualmente, in ricorrenza di festività religiose, consegnava al precedente vescovo, Benigno Papa, contributi vari da 5 a 10mila euro
Nella contabilità della diocesi non si è trovata traccia di questi introiti, ma dall’ estratto conto bancario di Papa sono risultati tanti prelievi per acquisto di buone azioni e polizze-vita. Il giallo per gli inquirenti inizia da qui, perchè una uscita di 10.000 euro, inizialmente registrata come destinata alla Curia, sarebbe stata invece elargita ad un consulente sul controllo delle emissioni dell’ Ilva, per corromperlo. Vacillano pericolosamente le dichiarazioni dell’ assistente del vescovo, Don Marco Gerardo, che avrebbe prima ammesso l’ incontro di Archinà che invece saltò, poi, dopo aver avuto bisogno di contattare telefonicamente il superiore, Benigno Papa, ha confermato il ricevimento di quel contributo, contatto telefonico però che la Finanza ha appurato come mai avvenuto.
Questo è l’ altro uragano che si è abbattuto, come titola l’ inserto della Repubblica regionale pugliese del 2 c.m., sulla chiesa tarantina, tanto da spingere il nuovo vescovo a correre ai ripari, con l’ impegno a rifiutare offerte dall’ Ilva.
Il capoluogo ionico, detto anche come la città dei DUE MARI, dopo la lunga catena di eventi luttuosi e catastrofici, potrà essere additata anche come la città dei DUE MALI: l’ ILVA e la CURIA, entrambe responsabili di non “benigne azioni”.
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