Politica, amministratori, informazione e oche giulive …
Quando ci sono le regole della politica, quando c’è chi amministra, chi informa e chi sa fare molto bene l’oca giuliva …
La politica, lo sappiamo bene tutti, ha delle regole e su queste regole, dovrebbe, erigersi la vita di una comunità. Di un paese, di una città e di una nazione. I partiti, i movimenti, gli schieramenti, non sono altro che espressioni numeriche che vengono alzate o abbassate in base alla preferenza dell’elettore. E’ sempre l’elettore, comunque, che decide le sorti del gioco della politica in un contesto in cui la democrazia è sovrana. E’ sempre l’elettore che, per mille e svariati motivi, determina chi deve salire sul carro del vincitore e chi invece deve stare a guardare chi vince.
Diciamo che è il classico gioco delle parti. Ma quando un raggruppamento vince una competizione elettorale ha dalla sua una ragione politica, ovvero un indirizzo professato differente da chi lo contrastava nella competizione passata, la quale deve differenziarsi solo in un modo: quello operativo. Ovvero, attivare gli strumenti amministrativi atti a far sì che si registri il suo modo di operare e che, quest’ultimo, sia ben visibile nel confronto con chi lo ha preceduto. Quindi quando una squadra amministrativa si insedia al posto di quella perdente, nella competizione elettorale, dovrebbe attivarsi e dimostrare a chi l’ha designata di essere migliore della sostituta. Discorso semplice, quasi un classico.
Forse è un’astrazione, ma credo che sia questo il concetto di democrazia rappresentativa. Poi c’è l’informazione, patata bollente che spesso e volentieri chi amministra, di turno, vorrebbe addomesticare e rendere più “umana” nei loro confronti. Qui c’è poi la scelta, credo obiettiva, sulla visione dello stato delle cose. Informare, credo, sia valutare un certo contesto che si determina in base a chi si è eretto e detto capace di affrontare e risolvere i problemi di una comunità. E qui viene il bello, come suol dirsi. E sul campo che si misura il valore di un calciatore (amministratore), di un capitano (sindaco) o quella di una squadra (compagine amministrativa). E’ solo sul campo che si vede il valore effettivo della qualità dei componenti. L’informazione può essere “obiettiva”, di “parte” oppure “ruffiana”.
Sta tutto nel chi guida un giornale sapere cosa vuole e che tipo di messaggio lanciare ai suoi potenziali lettori. Quindi l’informazione ha un quoziente elevato di importanza nel rapporto tra amministratore-amministrato. L’autonomia, un giornale, la conquista sul campo, sull’obiettività e sulla memoria ma, credo, su tutto sulla coerenza. Poi ci sono le oche giulive, quelle che si alzano al mattino e devono, obbligatoriamente, disapprovare un certo tipo di informazione che, non molto tempo, gli era affine. Eh già … quando cambiamo i rapporti di forza, amministrativi, e magari c’è che chi amministra qualcuno che gli è caro allora la cosa è ben diversa. Avendo, magari, dalla loro la forza di manipolare lo stato delle cose. Nascondendo la verità.
Ma noi restiamo sempre quello che siamo. E la nostra autonomia è ben difesa e a spada tratta pure. Il lettore può approvare, o disapprovare, il nostro modo di informare (liberissimo su questo, ndr). Non ci cambia la vita. Quello che Viv@voce cerca, per davvero, di essere un motivo, una ragione in più, una cassa di risonanza atta a far sì che le cose in questo nostro paese migliorino.
Alla luce di tutto questo, noi crediamo.
Giovanni Caforio