“ULIVI CURA E NON TORTURA”
28 novembre il giorno della Verità, contro il “mal affaire Xylella”!
E’ il titolo dell’ attesissima conferenza stampa la mattina a Lecce, ore 11 a Palazzo Adorno, il 28 nov 2013, e del convegno che si terrà la sera a Sannicola, ore 18.30 nel centro Polivalente “Insieme” in via Sferracavalli.
Dopo la kermesse nauseante dei convegni itineranti, popolarmente ormai definiti “convegni del terrore”, che si son tenuti nelle scorse settimane in tantissimi paesi salentini, dove taluni hanno cercato di diffondere il panico in merito alla presenza di un microbo sconosciuto fino ad oggi negli ulivi, è questo il primo contro-convegno organizzato dai cittadini insieme a medici e veri agronomi per denunciare pubblicamente la follia di quanto sta avvenendo in Puglia, e nel Salento in particolar modo, con l’ “affaire Xylella”.
Si tratta dell’irresponsabile tentativo da parte di alcuni tecnici e politicanti di fare scattare, sulla base di norme europee interpretate in maniera oltranzista, una quarantena coercitiva iperspeculativa e applicata nella maniera più parossistica, che si possa immaginare, storicamente mai vistasi per nessun altra parassitosi o epidemia (vera o falsa che sia): eradicando ulivi con sintomi di disseccamento su alcuni rami, come ulivi perfettamente sani, ma nei quali dovesse vivere questo organismo microscopico, distruggendo con tonnellate di pesticidi e diserbanti nocivi flora e fauna, autoctona e domestica su oltre 8000, 10000 ettari di Salento, con l’uso anche di lancia fiamme per bruciare il muschio al suolo, e aerei per le irrorazioni degli agroveleni. Sembra un incubo, un brutto film di fantascienza, eppure senza alcuna esagerazione è proprio questo il protocollo che dicono di volere e dovere(?) applicare nel Salento, nei “convegni del terrore”. Questo per un batterio di cui nei fatti non si conosce ad oggi granché, se non il fatto che sarebbe un parente di batteri patogeni per alcune colture, mai per l’ olivo, e che nel sud America, e non solo è stato usato come cavallo di Troia per sradicare le cultivar locali, ed affermare l’egemonia di multinazionali delle sementi modificate geneticamente e comunque brevettate per la produzione di speculativi biocarburanti. Medesimo spettro, quello della produzione di biocarburanti-biomasse, che da anni minaccia il settore agricolo dell’agroalimentare di qualità e tradizione salentino. E così, oggi, l’eradicazione di ogni cosa, con la scusa di una folle quarantena, libererebbe suoli per ogni possibili speculazione consuma-suolo, offrirebbe terreni per nuove colture per biocarburanti a semi brevettati, e fornirebbe per anni tonnellate e tonnellate di legna per le centrali a biomasse.
Una quarantena da film di fantascienza, per un olocausto piro-chimico del Salento, per una “shoah degli olivi”, e la realizzazione di un malsano morto deserto artificiale al posto di quello che è oggi il paradiso rurale e naturale del Salento.
Sulla base del terrifico progetto di quarantena, i cittadini hanno cominciato ad indagare per difendersi, scoprire ed evidenziare le mille pesanti contraddizioni nelle azioni e negli argomenti di chi la vorrebbe fare applicare e gestire, senza ancora alcuna base scientifica certa, e con l’evidentissimo scopo di fare scattare la quarantena per il ritrovamento di un microbo assolutamente poco noto in Europa, e che si dice essere al più una concausa, non certo la causa, di una sintomatologia di disseccamento di alcuni rami degli ulivi, che ha avuto il suo acme al termine della passata stagione estiva fortemente siccitosa, nelle aree occidentali del basso Salento dove tale sintomatologia si è osservata. Ed ora corrono contro il tempo, le piogge autunnali, il freddo che uccide i parassiti; devono riuscire a gettare veleni disseccanti subito, con la scusa, o troppo palese potrebbe essere la ripresa degli alberi, a smascheramento del loro brutto ed immorale bluff.
Da qui l’estensione però delle aree in cui si vorrebbe poter intervenire con controlli, eradicazioni selvagge e la nociva chimica dei fitofarmaci, a gran parte del Salento, anche in aree in cui gli ulivi non hanno mostrato alcuna sintomatologia di disseccamento. Un progetto mefistofelico, che non cura e non studia, ma uccide, cancella la vita e la bellezza, la cultura millenaria scritta in un paesaggio unico che vorrebbe stuprare, e chiede per questo milioni e milioni di euro pubblici all’Europa. Un progetto che già ha visto la distruzione con la sua immagine dell’ economia basso Salentina, dal settore olivicolo di qualità, al settore vivaistico con anomalie e conflitti di interessi pesantissimi.
Bugie su bugie, falsità che si palesano tra loro, come quest’ ultima: i cittadini e giornalisti avevano osservato rigermogliare copiosi gli olivi che i tecnici del terrore dicevano “eradicatisi da soli”, morti senza speranza a causa della Xylella(?), e alla comunicazione pubblica della bella notizia, i tecnici come bambini elementari col naso da pinocchio, hanno subito affermato che i nuovi germogli, favoriti dalle piogge autunnali si erano però già disseccati; tutto smentito dai cittadini che hanno rifotografato i medesimi alberi ricchi dei nuovi crescenti germogli con accanto la foto del giornale quotidiano che ne riportava la tecnica bugia degli “esperti”; esperti certo, ma di olocausto da quarantena e iperspeculativo, purtropppo e soprattutto! Esperti di mistificazione, professionisti della menzogna!
Il pensiero unico, che stavano costruendo nel panico artefatto, è stato rotto ormai dalla divulgazione delle mille contraddizioni, i giornalisti ora si interrogano, e anche dal mondo accademico le perplessità sono tante. Il mondo medico è in subbuglio, ora che si è compresa la volontà di avvelenare con fondi pubblici il Salento e dunque le sue falde, suoli, acque potabili e genti.
Lo scandalo è ormai scoppiato, e il territorio intraprende un’ azione volta alla massima difesa, sebbene 5 milioni di euro son stati stanziati dallo Stato nella nuova legge di stabilità per gli “studi” sulla questione, ma anche follemente per la cancellazione chimica degli insetti vettore del piccolo batterio e dei loro ecosistemi, che son gli ecosistemi naturali e rurali di migliaia di specie preziosissime! Si calpesta impunemente la Conferenza internazionale di Rio del 1992 che tutela la biodiversità! L’articolo n. 32 della Costituzione Italiana che tutela la salute pubblica, e l’articolo n. 9 che tutela il paesaggio della Nazione!
Lo scandalo ha visto la denuncia pubblica del vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera, il deputato extra-salentino Adriano Zaccagnini, che sarà ospite nel convegno, che ringraziamo pubblicamente e vivamente e che ha ben compreso tutto il mal affaire Xyella, gli interessi speculativi, dagli ogm, alle biomasse, alla liberazione di suolo per varie speculazioni, fino al foraggiamento delle industrie dell’agrochimica, e che ha denunciato quanto fosse “criminale” aver chiesto fondi pubblici, alla sua commissione parlamentare, per gettare veleni sul Salento, ed eradicare i suoi ulivi persino i suoi sacri monumentali e plurisecolari titani in ripresa.
Mentre invece non si è voluta minimamente percorrere la strada della eventuale lotta biologica, come ben suggerito nel suo intervento dall’onorevole Zaccagnini, che ha portato ad esempio l’inefficacia e pericolosità della agro-chimica che si voleva usare contro un parassita del castagno, dove invece ottimi risultati si son avuti con la lotta biologica, fermando anche le mire di quanti volevano sostituirvi ai nostri castagni italici con varietà ibride alloctone e aliene! Le parassitosi ormai da troppo tempo, vere o artefatte che siano, sono cavalli di Troia grimaldello per grandi speculazioni di ogni tipo, ed oggi nel Salento con gli ulivi e la Xylella si sta troppo criminosamente esagerando!
Il virtuoso intervento di Zaccagnini, con i suoi dirompenti comunicati stampa, gli ha tirato addosso le ire di tanti tecnici e politicanti, che nell’ira hanno palesato, con i loro aggressivi comunicati di attacco, tutte le loro insane contraddizioni e i loro progetti altamente lontani dal Bene Comune, permettendo di rendere il quadro sotteso ancora più chiaro.
Anche il mondo accademico italiano ormai si interroga sull’operato dei tecnici che vorrebbero applicare la quarantena, e si sta attivando per fare emergere la Verità scientifica. La riservatezza, quasi segretezza, incomprensibile posta sulle “ricerche”, ad oggi condotte, solleva non pochi interrogativi.
Non è un caso che nel convegno sarà presente proprio il Professor Giuseppe Altieri, noto agroecologo, docente ordinario di fitopatologia, entomologia e agricoltura biologica dell’Istituto Agrario di Todi (Perugia), e famoso per la sua conoscenza del perverso mondo degli ogm e delle sementi brevettate, come del giogo dell’agro-chimica industriale sull’agricoltura da cui oggi più che mai il Salento deve essere liberato.
Nel convegno anche il Medico epidemiologo Prisco Piscitelli dell’ ISBEM Istituto Scientifico Biomedico Euro-Mediterraneo, che denuncerà la follia e i mali per la salute umana legati all’uso dei pesticidi e diserbanti chimici di sintesi. Ecc. Modererà la fitopatologa Margherita d’Amico.
Il doppio appuntamento del 28 novembre segna una svolta e l’inizio della “reconquista” della verità, scientifica, e mira a smascherare del tutto, e sempre più, il vile progetto della “quarantena da armageddon del male”che taluni vorrebbero applicare con pieni poteri nell’ emergenza (?) sul Salento. E’ una chiamata alla difesa del nostro territorio e al blocco dei finanziamenti già stanziati, 2 milioni di euro dalla Regione Puglia, ai consorzi di bonifica per il biocidio dei canali, i fiumi del Salento ricchi di biodiversità e suggestioni paesaggistiche, e per la lotta chimica agli insetti, che finirebbe per cancellare anche api e farfalle dal territorio con gravissime conseguenze inimmaginabili.
Solo smascherando gli interessi sottesi al vile progetto, salveremo tutti i nostri ulivi, la nostra flora e fauna, e riscatteremo l’ immagine offesa e vilipesa del Salento salvando con essa la nostra economia oggi impunemente ed irresponsabilmente così aggredita, il nostro ricco millenario territorio e la nostra salute, il benessere, la cultura e la qualità della nostra vita e quella delle future generazioni.