Sava. Dopo il comizio show del sindaco IAIA, del 22 dicembre scorso, andiamo alle “inesattezze” / 2
La fascia tricolore di 300 euro e le giustificazioni date per questo acquisto …
Nel passato inverno avevano già avviato le denunce contro questo giornale come reazione al nostro modo di informare. I temi che portavamo nel trimestre gennaio – marzo 2013 erano i seguenti: voragini di buche stradali, una marea di richieste di risarcimento danni al nostro Comune, Vico Caraccio su tutte (autentica gruviera) e attivati presso l’UTG (Ufficio Territoriale del governo presso la Prefettura di Taranto) per vedere se la compagnia che gestiva i parcheggi pubblici a Sava aveva ancora le “carte” in regola.
Il Commissario prefettizio del Comune di Manduria, invece, nella primavera del 2012, aveva rescisso il contratto con la stessa compagnia in quanto scese in campo addirittura la DDA di Lecce su questo tema. Ci chiedemmo questo: perchè a Manduria è stato rescisso il contratto e a Sava no? Leggiamo le carte e notiamo questo: la dirigente del comparto amministrativo nell’agosto del 2012 con determina firmata di suo pugno metteva in evidenza che “la compagnia che gestisce i parcheggi pubblici a Sava ha gli stessi requisiti di tre anni prima”. Ovvero, da quando si aggiudicò la gara sulle strisce blu savesi. Quindi la giunta IAIA, forte di questa “verifica-conferma”, prorogò di un altro anno il rapporto delle aree a pagamento con la compagnia che già operava sul territorio. Tutto questo ci sembrò “strano”, anzi “stranissimo”.
E la domanda che ci ponemmo fu questa: “Come fa l’amministrazione IAIA a dare un altro anno di proroga ad una compagnia a cui è stato rescisso il contratto nella vicina Manduria?” A pochi chilometri da Sava c’è un paese piccolo che fa di nome San Marzano. Sentite questo: il dirigente sanmarzanese volle accertarsi che la compagnia privata che aveva vinto la gara d’appalto nel paese di origini albanesi avesse i requisiti per poter operare. Da premettere che la compagnia era la stessa di Manduria e di Sava. Il dirigente di San Marzano si attivò, come è giusto e legale che sia. Si mise in contatto con l’UTG di Taranto ed ebbe la “sorpresa”: la compagnia non aveva più i requisiti per poter operare nel Comune di San Marzano.
Quindi, ci chiedemmo questo: e che cavolo, a Manduria non può operare, a San Marzano nemmeno e a Sava si? Ci attivammo per le vie preposte a questo e informammo la DDA di Lecce di questa “anomalia” savese. Ecco il risultato: con nota del 29.01.2013 l’UTG imponeva al Comune di Sava l’immediata sospensione del servizio in virtù di comunicazione antimafia interdittiva per la Compagnia privata delle strisce blu nel nostro paese. Un brutto colpo per questa amministrazione che era “obbligata” a seguire l’indicazione dell’UTG. Questa forse si chiama legalità, vero sindaco IAIA? Alla fine di aprile 2012, ci fu l’acquisto della “strana” fascia tricolore. Costo? 300 euro!
Riportammo su facebook questa notizia e, giustamente, molti lettori e amici si scandalizzarono di un costo così eccessivo per una semplice fascia tricolore. Anche noi, tra l’altro! Leggiamo la delibera di giunta e che diceva? “La fascia tricolore costa circa 300 e il sindaco IAIA necessita di una nuova fascia in quanto quella che aveva era usurata”. Quindi il sindaco IAIA aveva una fascia “consumata”. Particolare strano fu che, nella manifestazione che aveva indetto subito dopo l’attentato incendiario alle sue due autovetture, la fascia l’aveva e non sembrava affatto “usurata” (foto sopra, ndr). Quindi questa determina di giunta smentiva il fatto che documentammo con foto. Ma c’è di più, molto di più. Su facebook “Patto per Sava”, voce dell’amministrazione IAIA sul blasonato network, dice testualmente, per difendersi dalle accuse dei nostri amici, che “la fascia del sindaco IAIA è andata incendiata assieme alla sua auto nell’attentato criminale subito”. Delle due, qual è la verità?
Che un primo cittadino, di un paese qualunque, si porta la fascia tricolore in giro? Ma andiamo al dilemma: la fascia era usurata oppure era andata a fuoco? Il clima ormai tra questo giornale, con l’ambientalista Carrieri, da una parte e dall’altra l’amministraziuone IAIA era diventato infuocato. Ormai era saltato tutto quello che ci poteva essere di collaborativo. Odiavano, e odiano tuttora, che si parli male di questa amministrazione. E quando partono le denunce contro questo giornale allora vuol dire che è una vera e propria dichiarazione di guerra.
E il bello è che la guerra a noi non scoraggia affatto. Questo forse questi amministratori, che avevano promesso mari e monti al paese, non lo hanno messo sul conto. E’ guerra? E scjiamu alla guerra, ca cè nì mpauramu? Ci vengono negati spazi di libertà democratica (vergognosissimo questo) con assurde richieste che, una volta esaudite, manco servono! Incredibile! E questo manco ci scoraggia. Attiviamo tutto ciò che si può attivare. Prepariamo l’Esposto alla Procura e raccontiamo i fatti, proprio come li abbiamo descritti sopra, sempre sull’oggetto “fascia tricolore”. Il magistrato non ha archiviato l’Esposto, anzi ha dato seguito alle indagini.
Il sindaco IAIA nel suo comizio non dice la verità: quella nostra non era una denuncia ma ben sì un Esposto e lui, credo da avvocato, questi dettagli li dovrebbe conoscere. Ma quando si sta sul palco è facile, per chiunque, fare la vittima e farsi le proprie ragioni. In questo non ha detto come è andato il corso delle cose. Si è fatta la sua ragione. Ma denuncia non è. Se il magistrato ha ritenuto valido tutto il carteggio che assieme all’Esposto abbiamo allegato allora vuol dire che ha ravvisato gli estremi di reato. E che reato? Dal palco IAIA ha detto che l’accusa nei sui confronti è “concussione”.
Giovanni Caforio