SAVA. Vasche e impianto irriguo “Consorzio Speciale di Bonifica Arneo”
Un vero e proprio scempio di quello che sarebbe dovuto essere un opera pubblica mai entrata in funzione
Al Comando Stazione Carabinieri -di Sava (TA), al Sindaco del Comune di Sava (TA), all’Assessore all’ambiente- Ecologia del Comune di Sava (TA), al Comando di Polizia Municipale del Comune di Sava (TA)
Oggetto: E S P O S T O c/ignoti. Vasche e impianto irriguo “Consorzio Speciale di Bonifica Arneo” ricadente nel territorio del Comune di Sava.
Si porta a conoscenza di quanti in indirizzo una “grave situazione” di degrado ambientale e di pericolo per la sicurezza della incolumità pubblica derivante dal totale stato di abbandono in cui versa da anni ormai tutta l’area di una delle enormi vasche ubicata all’interno di quello che “sarebbe dovuto essere” l’impianto irriguo sprovvisto di cancello e in gran parte anche di rete di sicurezza che ne impedisca l’accesso.
L’area incustodita è distante circa tre chilometri dal centro abitato di Sava (c.da Petrose-Masseria La Spina) ed è tristemente conosciuta a causa di un “tragico” incidente (verificatosi alcuni anni orsono) per il quale ebbe la morte un ragazzo savese che annegò nel vano tentativo di recuperare un pallone finito in acqua in una delle vasche. Fatti così tragici per evitare che possano ripetersi, dovrebbero servire da insegnamento per coloro che per competenza hanno l’obbligo di intervenire affinché vengano messi in atto in atto tutti quei provvedimenti necessari ai fini della prevenzione. Ma purtroppo il “famigerato” impianto la cui realizzazione finanziata con fondi della Cassa per il Mezzogiorno, ebbe inizio nell’anno 1986 ritorna ancora una volta alla ribalta!
E questa volta non solo per il degrado ambientale ed igienico sanitario in cui versa l’intera area con i suoi impianti dove in alcuni vi è acqua putrida ma soprattutto CENTINAIA DI LITRI DI OLI ESAUSTI, ma anche per la presenza di alcune aperture (dal diametro di circa 50 cemtimetri e dalla profondità di decine di metri) lasciate sul suolo dove con la “fiamma ossidrica” sono stati asportati dei “grossi pali” in ferro. Altre decine di paletti in ferro che sostenevano la balaustra posta a strapiombo della “grande vasca” sono stati asportati, mentre da quella che sarebbe dovuta essere la “dimora del custode” sono stati asportati gli infissi, i servizi sanitari e danneggiati i muri.
Insomma un vero e proprio scempio di quello che sarebbe dovuto essere un’opera pubblica mai entrata in funzione.
Nell’ambito delle rispettive competenze per quanto sopra Esposto, CHIEDO una verifica sullo stato dei luoghi e l’adozione dei provvedimenti consequenziali atti a garantire la sicurezza della salute e della pubblica incolumità.
Nel dichiarami sin d’ora disponibile per ogni evenienza, distinti saluti.
Mimmo CARRIERI
Responsabile settore Ambiente – Ecologia
Associazione CPA- Sez. Prov.le di Sava (TA)