Maruggio (Ta). DEGRADO AMBIENTALE – PAESAGGISTICO E PERICOLO PER LA PUBBLICA E PRIVATA INCOLUMITA’
Al Signor Sindaco del Comune di Maruggio (TA), al Dirigente dell’ UTC del Comune di Maruggio (TA), al Comando di P.M. del Comune di Maruggio (TA), alla Provincia di Taranto -Ecologia -Ambiente e Settore Manutenzione Strade -Via Lago di Bolsena n. 2 (ang. V.le Magna Grecia) 74100 Taranto
A seguito di molteplici segnalazioni e successiva verifica sullo stato dei luoghi di cui all’oggetto, l’ esponente porta a conoscenza degli Enti in indirizzo quanto segue: da anni ormai un’ampia area a circa 100 metri dal mare è interessata da un vero e proprio “scempio ecologico”. In un canneto, della contrada “Mirante” tra le dune, “macchia mediterranea” ed una folta vegetazione, un’ampia area prospiciente il mare, è da immemore tempo “occupata”, si presume abusivamente, da strutture in calcestruzzo (circa 40 pilastri con ferri di armatura arrugginiti che si ergono pericolosamente, e basamenti sopraelevati al piano di campagna) sprovvisti di recinzione.
In prossimità di una di queste strutture, percorrendo un breve tratturo sabbioso, attraverso un sottopassaggio di un piccolo cavalcavia che porta direttamente verso la spiaggia e la scogliera distante appena 50 metri, “qualcuno” ha ritenuto di posizionare un cancello con lucchetto (poi eroso dalla salsedine), e ancora, a distanza di alcuni metri alcune dune sulle quali giacciono pneumatici di piccole dimensioni e tubi in plastica, vengono adibite come pista per “Moto Cross”.
Spostandosi di circa 500 metri, nella contrada della zona balneare “Monaco”, dei “guard rail”, posizionati in prossimità di un “ponte/cavalcavia”, erosi dalla ruggine, si sono staccati pericolosamente dai supporti cedendo al suolo. Lo stesso cavalcavia ha bisogno di una verifica strutturale poiché, i quattro muri di contenimento si presentano in parte (anche questi) staccati dalla base del ponte dove a causa di alcune micro e macro fessurazioni hanno facilitato l’infiltrazione di acque meteoriche, umidità di agenti aggressivi provocando l’ossidazione dei ferri di armatura che espellono il calcestruzzo di copri ferro con accelerazione di processo di sgretolamento e messa a nudo di brevi tratti di armatura con conseguenti distacco di pezzi di calcestruzzo.
Come si può evincere da questo mio esposto, vi sono situazioni di degrado ambientale, paesaggistico nonché di presunto pericolo per la pubblica e privata incolumità, per le quali nell’ambito delle rispettive competenze necessitano di interventi che non possono essere procrastinati ma che vanno affrontati con la dovuta urgenza, prestando la giuste attenzioni alle problematiche sin qui elencate e adottando tutte quelle misure necessarie e indispensabili mirati al recupero del territorio “bene comune”, al ripristino dello stato dei luoghi (abbattimento delle strutture abusive in calcestruzzo) nonché alla prevenzione della sicurezza dei cittadini che ad ogni buon fine si vuole tutelare. In attesa di riscontro, distinti saluti.
Mimmo CARRIERI
Responsabile Settore Ambiente ed Ecologia
Associazione CPA- Sez. Prov.le di Sava (TA)