Taranto. Oltre 500 presenze al forum “120 minuti per cominciare”
Dalla famiglia, al territorio, all’università, fonte di ricchezza in ogni senso
Avere la sensazione che questa comunità abbia bisogno di invertire la rotta ed essere costruttrice di speranza; dare alla comunità in difficoltà e sofferente la fiducia; valorizzare i sogni e lavorare affinché diventino realtà, facendosi promotori e ascoltatori di questi, per rispondere alle aspettative dei giovani. Questi sono i motivi, i pilastri fondamentali, i presupposti, del forum “120 minuti per cominciare” che ha registrato oltre 500 presenze, a cura dell’associazione “La città che vogliamo”, presentato e moderato dal Consigliere comunale Gianni Liviano. “Riteniamo giusto che la città si racconti, uscendo questa sera, dal dualismo salute/ambiente” spiega Liviano sostenendo che questo per la città, non può essere solo un momento di sofferenza, anche se la tristezza è legittima e motivata. “Bisogna motivare la città. Essere testimoni innamorati di costruzioni di rotte”, si vuole ascoltare non la città politica, ma la città degli imprenditori, dei genitori, degli educatori e dei giovani, gli attori reali della comunità. Cinque i temi trattati nel forum.
Temi differenti tra loro, che hanno visto l’intervento di venticinque relatori. Una composizione eterogenea, mondi disparati, tasselli fondamentali di un mosaico da comporre. Si parla di welfare e famiglia; giustizia e legalità; giovani e sogni; cultura e università; territorio. “Dobbiamo fare lo sforzo di immaginare una città nuova. Bisogna credere nella necessità di costruire una Taranto diversa” dichiara il consigliere comunale Dante Capriulo.
Si vuole dare a Taranto un segnale di cambiamento, e tal proposito Ciccio Venere parla di una Taranto che ha bisogno di un’amministrazione sana, “ci vuole un Sindaco capace di governare la crisi ambientale ed occupazionale che regna la città. Garantire l’università, puntare sull’università, sui giovani, futuro di una città compromessa dal monopolio dell’acciaio”, e proprio a proposito di università, interessante e profondo l’intervento del professore universitario Riccardo Pagano, che incentra il suo discorso sull’importanza della cultura: “Se Taranto non avrà l’università, non avrà un futuro” spiega e rivolgendosi ai tarantini aggiunge “Adottiamo l’università!”.
Un’università che ha restituito vita alla città vecchia, che non è solo sede di lezioni ed esami, ma anche sede di convegni, confronti e scambio; “Dobbiamo creare un rapporto privilegiato tra la città e l’università. Corsi di laurea interagenti con il territorio, si pensi alla potenza del mare. Con l’università possiamo avere una classe dirigente degna di essere definita tale”. Sulla stessa linea di pensiero del Professor Pagano, anche l’intervento del giovane Luigi Pignatelli, presidente della Hermes Academy Onlus. Scrittore, attore, editore, ma usa un semplice aggettivo per presentarsi “sono un creativo”. Un creativo che crede in ciò che la mente elabora e il cuore culla, un creativo che trasforma i propri sogni, in aspettative per la città che lo ha generato.
“I giovani provano molta rabbia, ma la usano per mettersi in gioco nei loro progetti. Siamo una generazione vittima dell’incomunicabilità dovuta ai social network. E’ importante dialogare e guardare negli occhi la gente. E’ importante esaltare la bellezza dei giovani” sostiene Pignatelli, e ricollegandosi all’importanza dell’università, aggiunge “La nostra università produce ricchezza in ogni senso”. Università, fonte di ricchezza e di talenti, come Salvatore Baldari, giovane ventenne di Avetrana, studente universitario e scrittore di libri di epica “I giovani si alimentano di sogni impiccati da un terribile ricatto”, giovani che respingono la politica a causa dell’incoerenza dei politici. Una serie di interventi interessanti e di spessore elevato, al termine dei quali, è giunto il saluto del Sindaco di Bari Michele Emiliano, al quale si è voluto raccontare la Taranto vissuta da chi ogni giorno si prodiga per costruirne il futuro.
Emiliano invita i tarantini ad avere di fronte e a recuperare la loro dignità di spartani, assumendosi come cittadini la responsabilità di stabilire a quali condizioni debba continuare il processo produttivo. “Produrre acciaio senza pericoli per la
salute è possibile, ma ha dei costi che l’imprenditore deve sostenere e che devono essergli imposti dalla politica. Ma quando un partito riceve dei finanziamenti dall’Ilva, c’è poco da attaccare” spiega Emiliano, e commenta “Vendersi un minuto prima di ottenere un diritto, non farà mai questo diritto nostro davvero”. Emiliano esprime il suo disaccordo verso l’espressione ‘adottiamo Taranto’, poiché Taranto non ha bisogno di essere adottata, è già figlia della Puglia, “Taranto deve essere la città dei diritti. La debolezza che vedete come minaccia, produrrà i suoi effetti positivi”.
Elena Ricci