SAVA. Ma se l’assessore ai Lavori Pubblici non è capace neanche di dirigere la chiusura di una buca stradale … perchè non si dimette?

SAVA. Ma se l’assessore ai Lavori Pubblici non è capace neanche di dirigere la chiusura di una buca stradale … perchè non si dimette?

Ma cosa aspetta questa aministrazione, questo sindaco, a decidere la rimozione del responsabile di questo comparto amministrativo?

Il ridicolo diventa, a Sava, sempre più ridicolo. Siamo arrivati al punto che non ci stupiamo più di nulla e questa amministrazione in questi giorni sta dimostrando l’esatta inadeguatezza amministrativa esibita nei passati 21 mesi di insediamento nel nostro Palazzo municipale. Ma cosa aspetta l’inquilino Dario IAIA a decidere, una volta per tutte, di rilanciare un’amministrazione che è morta? Cosa aspetta? Il paese è senza volto amministrativo!

Tutti arroccati all’interno della nostra Casa comunale come se fosse il classico Palazzo d’inverno ma, e forse non lo sanno questo, il paese reale è fuori. E’ fuori da quel castello medioevale collocato in Piazza San Giovanni. Il paese è fuori da quelle stanze! E il paese oggi dice che questo sindaco, questi assessori, hanno disatteso le speranze innovative così tanto esibite prima del loro insediamento. Che lo guardassero questo paese e, su tutto, le loro azioni scellerate a suo scapito.

Ultimissima è quella di ieri: un camion di bitume che chiude le buche (o meglio voragini, ndr) ancora piene di acqua! Ma dove si è visto mai questo? Non credo a nessuna parte. Ma a Sava si! Alla prossima pioggia salterà tutto il nuovo catrame messo ieri! Ma stiamo impazzando? E’ così che si ha il rispetto del salasso perpretato ai danni del savese con il pagamento del tributo della Tares? E’ proprio così che il savese deve dirsi? Più che dirsi, credo che se lo sia già detto da diverse settimane. L’inquilino IAIA, sindaco pro-tempore del nostro paese, prenda in mano la situazione. Se è capace.

Ritiri la delega al suo assessore ai Lavori Pubblici. Dia un segno di discontinuità amministrativa. Lo dia. Il paese lo vuole e lo aspetta questo. Se non lo farà allora è come la poesia “Soldati” di Giuseppe Ungaretti, simile alla sua amministrazione: “Si sta come d’autunno gli alberi le foglie”. Ovvero, al minimo colpo di vento le foglie secche cadono sul selciato …

Inoltre, nel profondo sud una scellerata forestiera si sta divertendo a spostare da una parte all’altra, come se fosse un puzzle, materiale umano e senza risultato tra l’altro. Anzi, si che lo sta ottenendo il risultato: ha precipitato più nel caos l’assetto burocratico di un paese! E un caporione fascista gli sta permettendo di tutto, passando da padrone di casa a inquilino vero e proprio! Altro che proprietario! Non è manco più usufruttuario!

Giovanni Caforio

viv@voce

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