Confagricoltura: le istituzioni ci hanno lasciati soli a lottare contro l’alluvione
“L’emergenza-alluvione è diventata normalità. Straordinari, invece, restano i disagi patiti dalla comunità e gli enormi danni, alle strutture e alle produzioni, subiti da decine di aziende agricole”
È la forte denuncia lanciata stamane dal presidente di Confagricoltura Taranto Gerardo Giovinazzi e da Giuseppe Rochira, che guida la sezione di Castellaneta, assieme ad un gruppo di agricoltori, proprio sui luoghi dell’ultima esondazione del fiume Lato, la terza in quattro mesi. Le piogge degli ultimi giorni, difatti, hanno nuovamente ingrossato l’alveo del fiume che raccoglie le acque meteoriche del bacino idrografico che va dalla lama di Castellaneta sino al mare, scaricando milioni di metri cubi d’acqua su un territorio già compromesso.
“Il problema – ha detto Giovinazzi – è che gli argini non tengono più, sono ridotti a brandelli, e il fiume travolge tutto ciò che incontra scorrendo senza ostacoli. Il paradosso è che proprio qui sono stati spesi non meno di dieci milioni di euro per rimediare ai danni dell’alluvione del 2003: soldi pubblici spesi inutilmente, o peggio sprecati, a giudicare dal disastro che è sotto i nostri occhi”. Considerazioni che mettono a nudo il problema di fondo: “Sono mancati – ha rimarcato Giovinazzi – sia il controllo che la manutenzione ordinaria del territorio, dei canali e delle strade, in pratica di tutto ciò che incide sull’equilibrio idrografico di una vasta area di 24mila ettari”.
Gli effetti e il costo sociale, tuttavia, “sono a carico – ha aggiunto il presidente – dell’economia locale che poggia, in gran parte, su un’agricoltura di qualità che sta soffrendo: uva, olive, agrumi e ortofrutta che, spesso, stanno rimanendo sulle piante”. In più, ha rimarcato il numero uno di Confagricoltura Taranto, “c’è da fare i conti con la peggiore delle calamità: la burocrazia, regno delle scartoffie e dei moduli da compilare”. “Dall’alluvione al pagamento dei risarcimenti per i danni – ha fatto presente Rochira – possono passare diversi anni. La dichiarazione dello stato d’emergenza, che il governo ha già deliberato per l’alluvione del 7 e 8 ottobre scorsi, è però un contenitore vuoto se non viene riempito con fondi adeguati per gli interventi strutturali e di urgenti provvedimenti di sospensione degli adempimenti fiscali e contributivi. La Provincia, ad esempio, dovrebbe dirci come intende spendere i 7,5 milioni stanziati dalla Protezione civile”.
Un quadro a tinte fosche, che Rochira arricchisce di altri “scenari”: “L’emergenza non si scatena solo dove passa il fiume Lato. È tutto il territorio di Castellaneta che è ridotto a un colabrodo: contrada Gaudella, Borgo Perrone e altre zone rurali, diverse strade provinciali ridotte a pezzi o chiuse”.
Singolare il caso del ponte nei pressi del bar California, sulla sp 13, a pochi km da Castellaneta: “Da oltre 10 anni – hanno ricordato Giovinazzi e Rochira – è interdetto ai camion che, tuttavia, vi passano regolarmente. Un divieto, da solo e per giunta non rispettato, non rende sicura una strada: servono lavori urgenti. E un intervento delle istituzioni, che ora non possono più lasciarci soli, ignorando che l’emergenza, almeno per noi, si è trasformata in battaglia quasi quotidiana”.
Confagricoltura – Taranto
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