SAVA. Ex Cantina di Sava. Ripetute le analisi dell’ARPA: c’è amianto!

I nuovi rilievi confermano la presenza di amianto nell’area dell’ex stabilimento vitivinicolo savese

 Nella prima metà dello scorso ottobre, data tragica del crollo del capannone con la conseguente morte di un ex dipendente, i residenti delle vie adiacenti allo stabilimentoi vitivinicolo si sono attivati immediatamente per chiedere la messa in sicurezza e, su tutto, la bonifica dell’area in questione. Area questa, non scordiamo, che è stata soggetta al cedimento strutturale di diverse centinania di metri quadrati di un capannone con la copertura in amianto. Di pari passo l’amministrazione comunale ha mostrato il suo interesse fin dalla fase iniziale e il protocollo richiedeva l’ispezione, con il rilevamento della campionatura della fibra in cemento con amianto, per le opportune analisi di laboratorio.

Queste ultime, in sede istituzionale, sono state fatte dall’Arpa, agenzia regionale per l’ambiente. Nel primo referto, comunicato dal sindaco IAIA ai residenti nello scorso dicembre nella Sala consiliare, non risultavano tracce di amianto! Inverosimile! Fu talmente tanto lo stupore, e l’ilarità, dei residenti che in quell’occasione presero nota, amaramente, dell’esito delle analisi di laboratorio. Ma questo non fece affatto demordere i residenti delle vie adiacenti allo stabilimento vitivinicolo. Di comune accordo con l’amministrazione comunale concordarono un nuovo sopraluogo dell’Arpa e, sopresa ai giorni nostri, il referto dice che c’è  amianto! A giorni verrà comunicato ufficialmente questo passo importantissimo, il quale richiederà quanto prima le procedure atte alla bonifica dell’area in questione. I residenti sperano quanto prima che avvenga il tutto. Una nota amara, anzi amarissima.

Come ha fatto l’Arpa nel primo sopraluogo, e con i rilevi di campionatura fatti, a non constatare la presenza di amianto (asbeto) nell’area soggetta al crollo del capannone? E come mai nel secondo sopraluogo invece ha registrato la presenza dello stesso? E questa agenzia dovrebbe difendere il diritto alla salute di chi, in un modo o nell’altro, è chiamato in questione? Incassiamo ai giorni nostri il referto delle seconde analisi, sperando che si attivi immediatamente l’amministrazione IAIA, come d’altronde ha fatto in questo caso egregiamente, e che porti quanto prima alla bonifica dell’area interessata.

Giovanni Caforio

 

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