SAVA. Il sindaco pro-tempore Dario IAIA querela il nostro giornale
Tra le diverse accuse c’è il reato continuato. E’ stalking!
Mi è stata notificata avanti ieri, per chi legge il 3 marzo scorso, l’avviso delle conclusioni delle indagini e il mio rinvio a giudizio con l’accusa, da parte del sindaco pro-tempore savese Dario IAIA, agli articoli del Codice Penale 81 cpv. (Concorso formale. Reato continuato), dell’art. 595 cp. (Diffamazione) e dell’articolo 612 cp (Minaccia). Fin qui i capi di accusa di cui mi vedono imputato e in base a queste accuse è pronto il mio rinvio a giudizio davanti al giudice il quale valuterà tutto il carteggio prodotto da questo giornale sul comportamento dell’amministrazione IAIA in questi 22 mesi di gestione comunale in cui ci sono tutti gli articoli che lo stesso IAIA cita nella sua denuncia alla Procura della Repubblica di Taranto. Nel mio rinvio a giudizio c’è scritto che “offendevo la reputazione e molestavo l’avv. IAIA sindaco di Sava mediante articoli pubblicati sul mio giornale on line Viv@voce e sul profilo facebook dello stesso giornale …” ma c’è di più, sentite cosa procuravano i miei articoli: “Cagionavo allo IAIA un grave e perdurante stato di ansia e di paura inducendolo a cambiare le proprie abitudini di vita”.
Addirittura. Che potere immenso che ho. Non mi ero accorto di questo. Assolutamente. Vorrà dire che, d’ora in poi, capirò meglio il potere che ho per le mani. Non mi ero accorto affatto. Ma nella vita c’è semrpe da imparare. E sul sindaco pro-tempore IAIA ne abbiamo di cosa da raccontare. Ma tante, su tutto sul suo operato odierno amministrativo ma anche quando era all’opposizione. Già quando era all’opposizione il Consigliere IAIA vedeva in me e Mimmo Carrieri due alfieri di cui Sava doveva farne tesoro in virtù del lavoro di informazione, di inchiesta e di denuncia che facevamo.
Ma si sa che a Sava siamo sempre, io e Mimmo Carrieri, i migliori amici dell’opposizione, chiunque essa sia, fino a quando non vanno ad amministrare e poi ci mandano a fanculo. Il copione è lo stesso. E si rispetta, anzi lo rispettano, sempre. Ci siamo abituati. Il prosciutto sugli occhi non lo abbiamo affatto ma abbiamo la capacità, la forza e la volontà su tutto, di non piegarci a nessun amministratore di turno quando vediamo che le cose non vengono fatte bene per il bene del paese stesso.
Quanto all’avvocato e sindaco pro-tempore Dario IAIA, oltre a cominciare a prepararmi io per affrontare l’accusa nel Tribunale, stia tranquillo che noi continuiamo a fare il nostro lavoro con passione e dedizione per la risoluzione degli atavici problemi del paese. A parte tutto questo, in quanto non centra nulla sullo scritto riportato sopra, torniamo alle nostre meravigliose fantasie, le quali sono molto divertenti. Almeno ci ridiamo su con la forma dialettale, simpaticissima forma di comunicazione rispolverata.
Vediamo che nel nostro immaginario profondo sud una persona chiede aiuto a chi aiuto lo può dare. E’ solo, è indigente. E’ emarginato. Allontanato da tutto e da tutti. E allora amareggiato, sconfortato, solo come un pulcino e bagnato come un cane, scrive su di un muro così: “Custu è chiù strunzu, e chiù curnutu, ti tutti lotri!”
Giovanni Caforio