Confcommercio dice ‘no’ al piano particolareggiato in località Cimino

Confcommercio dice ‘no’ al piano particolareggiato in località Cimino

Si pensi alla riqualificazione urbana e non alla speculazione edilizia

‘Espansione’ sinonimo di ‘speculazione edilizia’: “Vogliono far morire Taranto”. E’ dura la posizione del presidente di Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande, nei confronti dell’Amministrazione comunale, avverso la realizzazione del piano particolareggiato in località Cimino. E’ inconcepibile un’ulteriore espansione della città, quando in questa vi è una carenza strutturale di fondo; basti pensare, come suggeriscono i presidenti delle delegazioni De Gennaro, Spadafino, Fanelli, lo stesso Giangrande e il vicario Manzulli, alla mancanza di personale per quanto riguarda il trasporto pubblico cittadino, gli operatori ecologici, e le carenze a livello logistico, che creano non pochi disagi agli abitanti di Taranto.

E’ inconcepibile e superficiale, sostengono gli stessi, parlare di espansione urbana, quando ciò che già esiste, è abbandonato a se stesso. E’ proprio questo il punto sul quale si batte Confcommercio, a nome di tutti i commercianti tarantini. Lo sviluppo, deve essere inteso quale riqualificazione del territorio, tenendo fede alle tante promesse fatte ai commercianti e mai mantenute. La città versa nel totale degrado. Il Borgo di Taranto, una delle zone geograficamente più importanti, dal 2010 ha perso oltre 16.000 abitanti, il 30% delle attività commerciali, e conta ben 38 strutture fatiscenti.

Una zona abbandonata a se stessa, così come la città vecchia, il Rione Tamburi, e Paolo VI divenuto quasi un dormitorio, una definizione negativa di periferia. La popolazione è mal distribuita, e ci sono più edifici vuoti che abitati. Come si può pensare quindi, ad espandere la città se non si cura il suo interno oramai alla deriva? Questo, un interrogativo abbastanza colmo di rabbia, di cui stamani si è discusso in conferenza stampa presso la sede di Confcommercio Taranto.

Dure anche le posizioni dei presidenti delle delegazioni territoriali nei confronti dell’Amministrazione comunale, le cui azioni sono ritenute incoerenti, stando a quanto sottoscritto in un documento nel 2011, dove dissentiva esplicitamente ogni piano di espansione. Ma la storia si ripete, la questione torna in primo piano e i commercianti non ci stanno.

“L’Amministrazione comunale ha disatteso tutte le nostre richieste. Non ultimo il parcheggio tra via Bruno e Via Crispi. Il Borgo ogni sera è preso d’assalto dagli abusivi e nessuno controlla. La grande distribuzione questo problema non ce l’ha. Noi abbiamo investito” rimarca Floriana De Gennaro. I commercianti non temono la concorrenza della grande distribuzioni, essi chiedono semplicemente pari dignità e lealtà, e a tal proposito la De Gennaro aggiunge: “Dobbiamo prima far valere i nostri diritti, poi si può pensare ad ampliare la zona Auchan. I nostri investimenti non devono essere svalutati”.

Inizia così una campagna di opposizione decisa a questo “piano espansionistico” tramite anche l’affissione di volantini all’interno delle attività commerciali cittadine, nel quale si legge chiaramente il “No” alle speculazioni edilizie nelle periferie, a fronte del “Si” per una riqualificazione urbana e per il rilancio dei centri commerciali naturali. “C’è bisogno di chiarezza e di coerenza. I politici devono assumersi le loro responsabilità, devono esporsi e dire chiaramente da che parte stanno”afferma Aldo Manzulli.

La posizione di Confcommercio è ferma e decisa, come si può apprendere dalla lettera sottoscritta dal Presidente Leonardo Giangrande e dai presidenti delle delegazioni territoriali, indirizzata al Sindaco Stèfano e all’assessore Cisberto Zaccheo, nella quale si chiede un tavolo di confronto sull’argomento, durante il quale Confcommercio motiverà il proprio dissenso, e chiederà esplicitamente alle forze politiche di esprimersi pubblicamente assumendosi la piena responsabilità politica di quanto si andrà a decidere.

“Io rappresento la sofferenza di queste imprese. Conosco il sacrificio dei commercianti, l’umiliazione di non riuscire ad arrivare a fine mese, e devo tutelare questa gente. Per questo Confcommercio dirà sempre e solo no” dichiara il presidente Giangrande. La richiesta è una ed è ben chiara: capire quale sarà il futuro della città, al di là della questione Ilva. “Chi ha deciso di chiudere questa città, deve avere il coraggio di dirlo”.

Elena Ricci 

viv@voce

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