Riscoprire l’antico mestiere del pizzaiolo con un atto di solidarietà

Riscoprire l’antico mestiere del pizzaiolo con un atto di solidarietà

Una speranza in più per i giovani disagiati

Una nobile iniziativa presentata stamane in conferenza stampa, presso la pizzeria “Landhouse” in via Cesare Battisti. L’idea è quella di formare giovani pizzaioli, cercando gli aspiranti nelle comunità sociali di Taranto e provincia, per offrire ai ragazzi ospitati, un’opportunità in più per trovare lavoro, considerando che, compiuti i 18 anni, dovranno poi abbandonare le strutture. A promuovere il tutto, sono Vito Fuggetti, proprietario della pizzeria, e Antonio Luppino, responsabile della comunità “La Vela”, che insieme alle comunità “Airone” e “Crescere” di Pulsano, hanno aderito all’iniziativa, insieme ai responsabili della scuola di formazione per pizzaioli “Pizza News” di Trani.

Tante le finalità del progetto: dalla riscoperta di un antico e complesso mestiere, alla formazione, e alla solidarietà, in quanto i giovani interessati (italiani e stranieri), provenienti da situazioni di marginalità, mediante questo corso, oltre a fare proprie delle nozioni utili nel mondo del lavoro, riescono ad integrarsi tra loro e sul territorio. Un primo corso, in fase sperimentale, si è tenuto nel mese di aprile, ed ha visto 11 ragazzi alle prese con tecniche di lievitazione, lavorazione della pasta, e realizzazione della pizza.

Gli stessi hanno vissuto l’esperienza con interesse ed entusiasmo. Da questa prima fase, che ha riscosso grande successo, parte il vero e proprio progetto, indirizzato a tutte le comunità di Taranto e Provincia, e che rilascerà alla fine del corso che si terrà presso la pizzeria Landhouse, un valido attestato di qualifica, di importanza fondamentale per quanti di loro vorranno lavorare in tal senso. L’iniziativa è completamente autofinanziata dalle comunità stesse, da Vito Fuggetti mediante la disponibilità della sua struttura, e dai responsabili della scuola per pizzaioli che rinunciano al 50% dei loro introiti versando le dovute imposte per ogni partecipante.

Essi spiegano che la scuola nasce prevalentemente come struttura d’elité per formare pizzaioli, ma che in questa occasione, oltre alla formazione c’è la solidarietà, per dare a questi ragazzi una ragione in più, ed impegnarli per permettere loro di superare i traumi legati alla situazione che li ha portati a vivere in comunità. “I ragazzi nelle nostre comunità arrivano con molti problemi – spiega Luppino – metterli fuori a 18 anni senza un futuro sarebbe come abbandonarli nuovamente”, da qui l’importanza di fornire loro una chiave che gli permetta di lavorare e condurre una vita più agiata. Una bella iniziativa, che vede Taranto la seconda città d’Italia, dopo Novara, impegnata in tal senso. Una dimostrazione esplicita che la voglia di fare prevale sulla rassegnazione spesso dettata dalla crisi, e che insieme, facendo rete, si può fare sempre meglio.

Elena Ricci 

viv@voce

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