Manduria. IL LICEO DE SANCTIS –GALILEI PARTECIPA AL XX FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL TEATRO CLASSICO DEI GIOVANI

Manduria. IL LICEO DE SANCTIS –GALILEI PARTECIPA AL XX FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL TEATRO CLASSICO DEI GIOVANI

I giovani di Manduria in scena con “Aristofane”

Si esibiranno giovedì  22 maggio alle 11,30 con “Donne al parlamento” di Aristofane alcuni valenti alunni del Liceo De Sanctis – Galilei di Manduria, sul pregiato palco del teatro di Palazzolo Acreide (Sr), in occasione del XX Festival Internazionale del Teatro classico dei giovani che, sin dal 1991 accoglie ogni anno istituti scolastici selezionati dal’Italia ed all’estero, in rassegne che esaltano la cultura classica teatrale. Gli alunni, guidati dalle docenti Cettina Messina ed Erika Bascià, sono: Anna Chiara Cava, Diletta Carrozzo, Mattia Sanmarco, Giulia Lo Noce, Viviana Raho, Asia Lomartire, Emanuele Pichierri, Francesco Andriulo, Baldi Gian Nicola, Raffaele Schirone, Roberta Stranieri, Casidy Gerrard, Noemi Calora, Elena Duggento, Francesco Di Maggio, Lorenzo Lo Martire, Pietro Andrisano.

Il Parlamento, organo rappresentativo per eccellenza del popolo, è stato da sempre oggetto di attenzione, curiosità, scherno, satira, forse proprio per la sua funzione politica così focale, importante. Quando Aristofane scrisse quest’opera, occorreva una riforma radicale per tentare di invertire il declino ad Atene ed egli propose una “rivoluzione conservatrice”, basata sulla ginecocrazia e sul comunismo. Una proposta disperata: le donne in parlamento. Così ora, in una traduzione modernizzata del testo originale aristofanesco, i giovanissimi attori apostrofano per nome i responsabili del disastro politico, come se oggi indicassimo Prodi, Berlusconi e Monti cui rivolgere i peggiori strali.

Il rapporto tra donna e potere, tra donna e uomo, si fa comicità e dramma, inequivocabilmente dramma, nella nostra realtà in cui ancora la donna deve compiere veri passi verso l’eguaglianza dei sessi, prima e più che dei ruoli: questo è ciò che il coro di donne, in una parabasi astratta dalla trama, suggerisce al pubblico. La commedia si dipana comicamente secondo riti, intercalari, costumi, e danze tipicamente pugliesi: è questo il contributo più originale che hanno dato gli alunni, in una  singolare interpretazione legata alle loro origini contadine messapiche e tradizioni salentine. L’opera si chiude fra banchetti colossali, pizziche tarantate immaginarie.

Che cosa accadrà della rivoluzione delle donne? Con la loro danza ed il loro riso, emozione deserta dalla ragione, i giovani artisti ci danno la risposta: il mondo classico è tanto distante quanto riconoscibile, simile ed allo stesso tempo dissimile rispetto al nostro, ed in esso ogni dettaglio ci riguarda sicuramente. Appartiene alle loro, alle nostre vite.

Cettina Messina

 

 

 

viv@voce

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