SAVA. Rifiuti speciali sotterrati: bloccati i lavori del nuovo Parco pubblico

SAVA. Rifiuti speciali sotterrati: bloccati i lavori del nuovo Parco pubblico

Via Cinieri angolo Via Leonardo da Vinci: ma nessuno controlla l’esecuzione, e l’idoneità, di questi lavori?

“Rigenerazione e riqualificazione dei tessuti urbani della Città Montedoro e Sava- Pist”, così recita un tabellone imponente che spiega, in modo cumulativo, la ragione di detti lavori. Nel suo complesso però. Nello specifico non parla affatto dei lavori da eseguire su Sava. Un lavoro citato in modo generico per i Comuni che hanno beneficiato di questo progetto: oltre quello di Sava, anche i Comuni di Montemesola, San Marzano di San Giuseppe, San Giorgio Jonico, Monteparano, Carosino, Faggiano, Monteiasi e Roccaforzata. Tutti questi Comuni jonici fanno parte del progetto “Unione dei Comuni di Montedoro”, progetto questo che è stato finanziato interamente dall’Unione Europea con l’avvallo della Regione Puglia. Da premettere, su tutto, che quest’opera non è frutto dell’amministrazione IAIA. Tutt’altro.

L’amministrazione IAIA si è trovata a gestire un’opera, come tantissime altre a Sava in questi due anni, che non sono assolutamente sue. E’ un opera della passata amministrazione e quella di IAIA ne sta benficiando senza avere mosso un dito. O meglio, alla paesana maniera, “slè chiàti”! Passiamo avanti e andiamo a questo oggetto complessivo. Complessivo perchè manca la cartellonistica che indica, in specie, i lavori da fare in questa area savese. Fatti i passi presso la Polizia Municipale savese, da oltre una settimana, aspettiamo la messa in visione del cartello che indica, in modo chiaro e nitido, i lavori che la ditta appaltatrice ha iniziato a fare nel nostro paese.

Questi lavori, nel suo insieme dei sette “Comuni della città Montedoro”, sono stati appaltati per ben oltre tre milioni di euro. Quindi, non si tratta di bruscolini! Lavori iniziati in grande stile e con l’onnipresente assessore ai Lavori pubblici, il dott. Pasquale Calasso, a controllare l’esecuzione e lo svolgimento degli stessi. Fermiamoci un attimo qui e proviamo a ragionare … Questi lavori oggi sono bloccati, nella loro esecuzione, in quanto l’ambientalista e giornalista di Viv@voce Mimmo Carrieri ha presentato un Esposto alle Autorità compententi avente per oggetto “Rifiuti speciali sotterrati prima degli strati tufacei in superficie”.

Ora, andiamo per logica e per responsabilità amministrativa. Al di là delle responsabilità ovvie della direzione dei lavori e ivi comprese quelle della Ditta appaltatrice, ma quanto un assessore si reca su di un cantiere non riesce  a “vedere” che cosa stanno mettendo sottoterra o meglio cosa stanno seppellendo, che ci va a fare? Il turista? Oppure l’esibizionista?

L’assessore al ramo è sempre stato presente quotidianamente (prima, ora che i lavori sono fermi no, ndr) e la domanda che ci poniamo è questa: ma come ha fatto a non “accorgersi” che stavano “nascondendo” dei rifiuti speciali i quali non erano certamente il materiale idoneo e riempitivo come da capitolato d’appalto? Questi scarti di catrame, molto probabilmente provenienti da qualche smantellamento bituminoso di una ipotetica strada urbana da chi sa dove, sono stati messi a dimora prima dello strato del riempimento tufaceo in superficie, quest’ultimo è ben visibile a primo acchito oggi.

Quindi, a che serve farsi vedere su di un cantiere pubblico quando non si ha nemmeno la cognizione o meglio la conoscenza della differenza che passa tra quella di un rifiuto inerte e quella di un rifiuto speciale? Se questi lavori oggi sono fermi oggi è perchè è mancato il controllo amministrativo. E controllo amministrativo si chiama amministrazione IAIA. Ognuno con le sue responsabilità. La ditta appaltatrice da un lato ma, dall’altra, c’è un assessore e un sindaco che sono pagati per controllare l’operato che si svolge nel loro territorio. Specie quando è un lavoro pubblico.

E lavoro pubblico credo che voglia ancora dire rispetto del denaro del contribuente che, anche se in questo caso è un finanziamento europeo per l’opera, indirettamente è chiamato a pagare.

Giovanni Caforio

 

 

viv@voce

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