ELEZIONI EUROPEE 2014: RENZI ED I TG ITALIANI
E’ stata la campagna elettorale dei telegiornali a vincere queste elezioni Europee 2014
Mossa astuta del Partito Democratico quella di cambiare il leader, eliminando l’aspetto elitario di Letta e scegliendo, invece, un personaggio dal linguaggio popolare che dunque producesse un’immedesimazione con il cittadino italiano.
Lo aveva già fatto Berlusconi negli anno passati: il messaggio deve essere positivo, di cambiamento, di speranza, di grandi riforme. Ciascuno poi utilizza questi termini a seconda della propria immaginazione.
Per alcuni cambiamento può voler dire cominciare da sé, magari eliminando quasi del tutto l’unzione dorata dello stipendio parlamentare; per altri cambiamento vuol dire “parlare” di cambiamento, visitare le scuole di tutta Italia e dire che hanno bisogno di essere tutelate. Come? Riducendo i tagli al settore pubblico? Non credo. I debiti, per l’Unione Europea, sono sempre lì e non permettono l’eliminazione di questi tagli. L’Europa e la Banca Europea, la BCE banca centrale per la moneta unica europea che ha il compito di preservare il potere d’acquisto della moneta unica, vivono un connubio ormai indissolubile, creando confusione anche sul senso di queste elezioni.
Alla BCE con l’euro, appartengono 18 stati membri dell’Unione Europea.
Il Parlamento Europeo, con 38 Stati membri, decide su molte materie, collabora con i Parlamenti degli Stati membri nazionali, membri della UE.
I suoi principali compiti riguardano l’approvazione o la modifica di proposte presentate dalla Commissione ed il controllo dell’operato della Commissione, oltre l’adozione del Bilancio della Commissione. Nell’ultimo quinquennio, il Parlamento Europeo ha avuto poteri maggiori, decidendo sul budget della UE, sugli accordi fondamentali del commercio internazionale. La legislazione europea con il Parlamento è allo stesso livello di quella di ciascuno degli Stati membri rappresentati nel Consiglio Europeo. I cittadini hanno deciso l’indirizzo che la UE dovrà darsi a cavallo di una crisi economica disastrosa, soprattutto per i paesi del Mediterraneo.
Sul cavallo vincente Renzi, in Italia, hanno puntato sicuramente anche le forze moderate di centro e quelli che avevano votato in altre occasioni il PDL, oggi Forza Italia e Ncd, Nuovo Centro Destra di Alfano. Non è difficile pensarlo dal momento che questo partito condivide con il governo Renzi due Ministeri.
Ma è anche vero, ancora prematuro leggere con attenzione politica i dati, che senza dubbio, molti che avevano votato il Movimento 5 Stelle, ieri, abbiano contribuito a suffragare il PD come mai nella storia della Repubblica italiana era accaduto. Il 40,81 % è un dato incontrovertibilmente netto e certo i poteri forti ringraziano anche “il popolo” che si è associato alle loro certezze.
Il Movimento 5 Stelle arriva al 21,15 %; non sono bastate le campagne in rete con la messa in onda degli interventi in Parlamento per modificare le pensioni d’oro, le proposte sull’abolizione di Equitalia, struttura incivile e dittatoriale che perseguita i cittadini anche per pochi centesimi. E non è bastato neanche l’assegno megagalattico devoluto alle piccole imprese, ammazzate da una crisi economica voluta dai soliti noti, pochi, internazionali, ma dai mille volti ora raffinati, ora popolari, ora grigi e anonimi, ma sempre pronti a riprendersi il malloppo.
Ha tenuto la Merkel e non ce ne stupiamo e non ci stupiamo neanche che nella nazionalista Francia, Marine Le Penn canalizzi nelle sue scuderie il dissenso dei francesi nei confronti della UE e della BCE.
Ora si chiude un primo capitolo e se ne riaprirà un’altro drammatico: la TASI che sul serio riguarderà i cittadini italiani.
MARIA LASAPONARA