Matteo Renzi: importanti promesse durante il Consiglio dei Ministri
Il premier illustra le varie decisioni palesandole in una sorta di “detto-fatto” alla stampa
Dopo le tanto attese e famigerate elezioni europee del 25 maggio c.a., la vittoria di Matteo Renzi ha fatto tanto discutere, tanto da far ammettere la triste realtà dei risultati allo stesso ex premier Silvio Berlusconi.
Un successo, quello di Renzi che è stato concepito sulla base di tutti i messaggi politici che ha voluto illustrare agli italiani, viaggiando lungo lo Stivale. Promesse, quelle dell’attuale premier, che lasciano, in un certo senso, il tempo che trovano. Il successo ottenuto dopo le elezioni, fanno riflettere molto Renzi, tanto da fargli sentire un forte senso di responsabilità tale da non permettergli di sbagliare un colpo. Oltre a ciò, vi è la convinzione del cambiamento a livello istituzionale, considerando l’Italia non più come rimorchio o problema da risolvere, ma come un Paese che ha voglia di farsi sentire ”interlocutore”.
Per quanto riguarda, invece, le riforme preannunciate, si parla di cantieri scolastici pari a 3,5 miliardi che dovrebbero partire a giugno; una serie di emendamenti che tendono ad ampliare il campo delle materie da includere nelle riforme, ossia: la cancellazione del vincolo del pareggio di Bilancio introdotto con il Fiscal compact e il rafforzamento dei poteri del premier ai fini di poter rinsaldare i rapporti con Forza Italia (Italicum che, come detto dallo stesso premier, slitta a giugno proprio per il timore di perdere il partner Berlusconi).
Altro punto cruciale è il caso Mineo e la autosospensione di 14 senatori del Pd. Un’azione scaturita in seguito a quanto avvenuto sulle Riforme e sull’allontanamento di Corradino Mineo dalla commissione Affari costituzionali. Il senatore Dem Paolo Corsini ha elencato nell’aula di Palazzo Madama i nomi dei 13 senatori autosospesi: Casson, Chiti, Ricchiuti, Gadda, Corsini, Dirindin, Lo Giudice, Gatti, Micheloni, Mineo, Mucchetti, Tocci; ai quali si è aggiunto, in un secondo momento, il senatore Francesco Giacobbe.
A tale atteggiamento, Mineo commenta dicendo: ”Se non ci spiegano, la solidarietà è spezzata. Vogliono nascondere i disastri fatti sulle riforme. A mio avviso non c’è mai stata volontà di porre veti, ma è anche vero che Renzi non può governare fino al 2018 facendo accordi con Fi e con Calderoli”.
Anche Casson ha voluto palesare la sua opinione: ”Abbiamo preso questa decisione perché è stato violato l’articolo 67 della Costituzione, quello che vieta il vincolo di mandato per i parlamentari”; ha, poi, aggiunto: “La sospensione è stata decisa in vista dell’assemblea del gruppo di martedì prossimo, dove discuteremo tutti insieme dell’accaduto”.
Dopo aver illustrato la situazione iniziale, quindi le promesse fatte dal premier, si giunge a quella attuale. Infatti, lo stesso Matteo Renzi, subito dopo il CdM, nella conferenza stampa rilascia una dichiarazione che risponde a coloro che lo criticano o diffidano dal suo operato: “Non ho preso il 40% per stare a vivacchiare. Mentre qualcuno passa la giornata a vedere cosa fa un senatore noi stiamo rivoluzionando l’Italia”. Parole pesanti che, sicuramente, mirano a qualche soggetto specifico. Continua, poi, dicendo: ”Quel risultato serve per cambiare l’Italia e la cambiamo; non come quando si dicevano “parole, parole, parole e si facevano zero riforme”; bisogna cambiare le cose”.
Per quanto riguarda, invece, la sospensione di Corradino Mineo, il premier commenta rimarcando: ”Un senatore può esprimere le sue posizioni in Aula, non espelliamo nessuno, ma in commissione è doveroso che ci siano i numeri per rispetto della volontà dei cittadini. Il tempo delle mediazioni è finito”.
Altro punto fondamentale è il “modello unico per la dichiarazione dei redditi”, una sorta di 730 direttamente a casa, una dichiarazione precompilata che permetterebbe di alleggerire, persino, il lavoro dei Caf, ai quali, però, non verrà esentata la responsabilità in merito alla correttezza di tale certificazione.
Inoltre, la presenza di una donna all’Agenzia delle Entrate, farebbe concepire l’idea del nostro Paese in maniera moderna senza distinzioni di sesso.
Non mancheranno i fondi per la scuola, due miliardi alle imprese, sale, anche, il tetto per la dichiarazione di successione che da 50 milioni di lire (ca. 25800€), passa ora a 75000€, infatti, nel caso in cui gli eredi in questione siano il coniuge o i parenti, non c’è bisogno di presentare la dichiarazione di successione.
Infine, altro punto fondamentale, ma non di minore importanza sono i 15mila posti di lavoro nella Pubblica Amministrazione.
Eleonora Boccuni