Emergenza mensa e pasti per i poveri in Italia
Lo Sportello dei Diritti lancia l’allarme. 4,8 milioni di poveri l’8% della popolazione italiana a rischio fame. 400 mila sono i bambini che hanno meno di 5 anni che vivono grazie a pacchi alimentari o pasti gratuiti presso le mense
Un’emergenza alimentare affligge il nostro Paese, in cui oltre 4,8 milioni di persone tra cui oltre 400 mila bambini che hanno meno di 5 anni che vivono grazie a pacchi alimentari o pasti gratuiti presso le mense rischiano di perdere il sostegno alimentare. Gli enti caritativi tra cui Fondazione Banco alimentare, Caritas, Croce rossa, Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Banco delle opere di carità e Società di San Vincenzo in questi giorni si non fatti portavoce di una fortissima protesta contro il governo: “Quattromilioniottocentomila persone sono senza cibo per colpa di promesse non mantenute dal governo e lungaggini burocrati”.
Ritardi, intoppi burocratici. In questo caso chi ci va di mezzo è quell’8 per cento della popolazione italiana (4.814.000 persone secondo le ultime stime) in condizioni di povertà assoluta che possono nutrirsi soltanto grazie al sostegno di migliaia di enti caritativi che distribuiscono cibo fornito da realtà come il Banco alimentare. L’Europa, che prima, fino a dicembre 2013, distribuiva direttamente derrate ed eccedenze alimentari tramite il programma Pead, da gennaio il Pead è diventato Fead, cioè un fondo finanziario che dispensa non più cibo ma denaro con cui i 28 Paesi possono comprare alimenti per i poveri.
Per l’Italia lo stanziamento 2014 è pari a 75 milioni di euro (595 complessivi fino al 2020) già a disposizione del ministero del Welfare, ma a causa della burocrazia non arriveranno prima di fine settembre. Soltanto l’altro giorno il ministero ha sbloccato questi 10 milioni per acquistare 12mila tonnellate di pasta e 2.700 tonnellate di farina. Intanto la fondazione Banco alimentare e le 15mila strutture caritative che assistono gli indigenti chiedono che le istituzioni intervengano in maniera rapida e concreta per fronteggiare questo gravissimo momento.in Italia i “poveri di cibo”, secondo l’ultima Relazione Agea, Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, sono 3 milioni e 600mila persone bisognose di sostegno alimentare. Nel 2010 erano 2 milioni e 700mila.
Grazie alla prima indagine sulla povertà alimentare in Italia condotta dalla Fondazione per la Sussidiarietà, sappiamo che si tratta soprattutto di uomini tra i 35 e i 64 anni, di nazionalità italiana. La presenza più consistente si registra nel Lazio, quello più bassa in Toscana, regione che registra anche il più alto numero di mense sociali, seguita da Lombardia ed Emilia Romagna.Se la distribuzione dei pacchi alimentari rappresenta la soluzione più diffusa per contrastare la povertà di cibo, negli ultimi anni si registra in un aumento delle persone che ricorrono alle “mense dei poveri”. Le più diffuse sono le mense Caritas, ben 449: il 26,5% è al Sud e il 24% al Centro. Il 30,7% è gestito da parrocchie e il 17,5 lavora in convenzione con l’ente pubblico.
Le mense Caritas impiegano quasi 22mila operatori, di cui oltre 20mila sono volontari, ed erogano ogni giorno 16.514 pasti, oltre 6 milioni l’anno (Rapporto Caritas Povertà 2012).Gli enti non profit che in Italia si occupano di povertà alimentare sono suddivisi in 7 organizzazioni nazionali, 249 regionali e quasi 15mila organizzazioni locali che distribuiscono pasti e derrate alimentari a 2 milioni e 300mila persone. Solo alla rete del Banco Alimentare fanno capo 8mila enti che complessivamente offrono sostegno alimentare a 1 milione e 700mila persone.Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” non può che attendere una sollecita presa di posizione delle istituzioni, per un sostegno sociale sempre più necessario per chi vive una situazione di fragilità e difficoltà economica e sociale.