IL FUTURO DELLE ICO PUGLIESI

IL FUTURO DELLE ICO PUGLIESI

Da Piero Romano, Direttore Artistico dell’Orchestra ICO Magna Grecia, riceviamo e  volentieri pubblichiamo

Non posso non condividere l’appello del M° Nicola Piovani affinché, se dovessero essere soppresse le Provincie, sia garantita la sopravvivenza dell’ICO Tito Schipa di Lecce, e a tal fine firmerò anche la petizione; soprattutto, al di là del caso specifico, auspico che in questo Paese si torni a investire significativamente nella Cultura che rappresenta uno dei sicuri fattori di rilancio dell’economia italiana.

Al pari di Enti lirico-sinfonici, Teatri di tradizione e Festival, le orchestre ICO (Istituzioni Concertistiche Orchestrali Italiane) sono complesse strutture che necessitano di una sussidiarietà orizzontale e costante da parte di enti pubblici, investitori privati da attrarre con importanti campagne di promozione unitamente a progetti strategici e, principalmente, l’adesione del “primo socio sostenitore” nonché utente finale: il pubblico.

Questa è l’essenza stessa dell’Orchestra ICO della Magna Grecia che, pur nel rispetto assoluto dei rigidi parametri della normativa ministeriale, ha sempre adottato modelli gestionali aderenti al sistema economico attuale, che ci hanno permesso di avere la gestione del “buon padre di famiglia” per intenderci, evitando sperperi e, soprattutto, adeguando tempestivamente la nostra azione e la nostra struttura organizzativa.

Proprio la flessibilità di questi modelli gestionali ci ha permesso di continuare a produrre più di 80 concerti l’anno, nonostante la progressiva riduzione dei finanziamenti: già da due anni, per esempio,  la Provincia di Taranto non ci eroga neanche un euro di contributo, altro che milioni e milioni di euro…

Allo stesso modo, da tempo immemore, abbiamo elaborato una politica artistica che ci vede promotori sensibili e responsabili di tutta la musica, affiancando all’esecuzione del grande repertorio della musica classica anche la musica contemporanea: questa scelta coraggiosa, in passato stigmatizzata da “puristi” che oggi si ritrovano le sale vuote, è stata premiata da un pubblico fidelizzato: tra le dodici ICO italiane, l’Orchestra ICO della Magna Grecia, residente in Taranto sin dal 10 dicembre 2003, data del D.M. che ne ha sancito il riconoscimento di ICO, è quella che ha il miglior rapporto pubblico pagante/posti disponibili.

I nostri concerti, infatti, non si tengono mai in sale vuote, come purtroppo è accaduto e accade nei concerti di cartelloni “decentrati” per motivi fini a se stessi e fisiologici, più che ad una strategia aziendale rispondente alle richieste del pubblico, solo alla normativa.

Concordo con l’Assessore Godelli che la tragica fine dell’ICO regionale del Lazio sia un esempio evidente del difficile ruolo che si vorrebbe consegnare ad una ipotetica orchestra regionale, che avrebbe nella denominazione la sola soddisfazione istituzionale, e altresì non troverebbe corrispondenza ad un sano pragmatismo nella dimensione e nella popolazione da servire.

La Puglia é una grande regione e “coprire” l’intero territorio comporterebbe insostenibili costi per il personale frequentemente “in trasferta” ed enormi disagi per i musicisti costretti a continui trasferimenti e, non ultima, l’impossibilità di servire il territorio disegnando la tradizione, la cultura e la formazione differenziata del pubblico.

Nell’ottica di una sana strategia politica di lungo termine, inoltre, non vanno sottovalutati i rischi che la contrazione degli organici orchestrali regionali determinerebbe sul futuro delle Istituti di alta formazione musicale pugliesi: la loro massiccia presenza nella nostra regione è, allo stesso tempo, causa ed effetto del moltiplicarsi delle attività di produzione artistica.

Intervenire senza riflettere su questo può comportare, nel tempo, effetti catastrofici sui livelli occupazionali delle scuole musicali e sulla loro stessa esistenza.

Il vero problema, allora, consiste nel riuscire ad elaborare nuove forme di gestione: non si può solo chiedere che lo Stato o la Regione Puglia si sostituiscano tout court alla Provincia di Lecce, magari appellandosi a inesistenti diritti derivanti dallo status di Fondazione, cercando così di scatenare una guerra tra poveri…

I manager della Cultura, anche nelle ICO, devono dimostrare capacità gestionali e di elaborazione di nuove strategie, sviluppando collaborazioni con Festival, associazioni, enti pubblici e privati e, soprattutto, trovando nella partecipazione del pubblico il vero partner strategico.

Durante il commissariamento del Petruzzelli Carlo Fuortes, un manager pubblico si badi bene, ha dimostrato a Bari che si può e si deve fare Arte e Cultura senza dissipare milioni di euro dei contribuenti.

Non si può disegnare ancora una volta il futuro di un ennesimo baraccone pubblico, da criticare eppure da considerare come un male necessario, cerchiamo invece una soluzione che non penalizzi le cose che funzionano, e che funzionano bene: “non buttiamo via il bambino con l’acqua sporca!”

Noi dell’Orchestra ICO della Magna Grecia siamo pronti a collaborare a un nuovo progetto che veda, nell’assoluto rispetto delle specificità e delle “storie” particolari, intimamente legate ai territori, sviluppare una maggiore collaborazione tra le ICO pugliesi, in particolare apportando il nostro enorme know how nella gestione economica di una orchestra in grado comunque di riempire una sala e strappare gli applausi al pubblico “sostenitore”.

Le tre ICO pugliesi sono una risorsa e rappresentano significativamente il comparto della produzione musicale regionale che dovrebbe sedere costantemente intorno ad un tavolo per disegnare una strategia comune regionale ed extra regionale.

É oramai un lustro che lo chiedo ai dirigenti delle tre ICO pugliesi, e forse gli eventi me ne danno ragione solo ora.

Piero Romano, Direttore Artistico Orchestra ICO Magna Grecia

viv@voce

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